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La Sindaca Appendino, l’assessore Giusta, San Pietroburgo e l’Omofobia di Stato Russa

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Appendino al Torino Pride

di G.G. #Lopinione twitter@gaiaitaliacomlo #LGBTI

 

Dunque Torino, città dove la comunità LGBTI è attivissima, il cui assessore alla Famiglia è persona omosessuale ex presidente di Arcigay, dove la Sindaca Appendino presenzia in prima fila con tutto il suo sorriso della serie con quella bocca può dire ciò che vuole ad ogni Gay Pride, e dove esiste un attivo e fattivo comitato Torino Pride; dove, prima della distruzione appendinica, aveva sede il forse più prestigioso festival del cinema a tematica omosessuale del mondo, pensa ad un gemellaggio con San Pietroburgo.

Anche se è nota la passione filorussa dei pentastellati, a maggior ragione oggi che condividono i destini di governo con il filorusso per eccellenza, il buon Salvini del pentaleghismo putiniano, la scelta di Appendino che sui temi legati ai diritti delle persone LGBTI è sempre andata controcorrente appare inspiegabile. Ancor più inspiegabile, ma non politicamente giustificabile, il silenzio dell’assessore alla Famiglia Marco Giusta.

San Pietroburgo è la città dove l’omofobia russa si manifesta con maggiore violenza; lì è nata la bozza della orribile legge contro la Propaganda Omosessuale che impedisce ai gay russi praticamente di respirare, considerando che la struttura delle Legge non spiega quale tipo di propaganda omosessuale venga punita proprio per dare alle autorità ampia discrezionalità sugli interventi da eseguire per impedire ai gay di respirare. San Pietroburgo è dove Putin dichiarò “Noi non ammazziamo gli omosessuali” ; infatti ad ammazzarli erano le gang omofobe sguinzagliate in giro per le città russe che nessuna autorità si preoccupava di fermare quelle che ai gay sparavano in un occhio: proprio a San Pietroburgo. La Russia è quel paese dove le autorità della capitale Mosca hanno votato una legge che impedisce le marce dell’Orgoglio LGBTI fino al 2111. Persino Venezia ha chiuso i rapporti con San Pietroburgo, proprio per la questione omofobia. L’omofobia, disturba ricordarlo, è quella cosa che Putin affermava dicendo “Non siamo omofobi siamo per a famiglia sana” o che Grillo non riusciva a mascherare quando diceva “Siamo favorevoli ai matrimoni gay, ma non sono una priorità“. Poi sappiamo come è finita. L’omofobia sono i crimini impuniti dei neonazisti russi e del leader di Occupy Pedophilia che adescava le sue vittime su Vk.com torturandole e vessandole in tutti i modi arrestato a Cuba, dopo che per anni le autorità russe lo avevano lasciato libero di esercitare le sue depravate passioni, e quindi estradato.

Il consiglio comunale torinese, in vista della possibile chiusura dell’accordo, ha approvato all’unanimità una mozione che impegna la Sindaca Appendino a difendere i diritti delle persone LGBTI russe, una scelta obbligata dal non possiamo fare altro, ma fortemente ipocrita nella sua inutilità, considerando che Appendino poco potrà fare se non impegnarsi in un modo come Sindaca di Torino e forse nell’altro come Sindaca Metropolitana di Torino, un po’ come fa con le nutrie, se l’irrispettoso paragone non provocherà il lancio di un drone esplosivo sulla redazione.

La posizione, l’iniziativa, sembrano più ad uso del pentastellismo nazionale che funzionale alla città. Motivi per stare lontani dai gemellaggi con una città come San Pietroburgo dove i diritti umani vengono calpestati, ce ne sarebbero anche oltre la questione LGBTI. La posizione di Appendino, dell’assessore Giusta e della Città ci sembra incomprensibile ed eterodiretta dall’alto. E se fosse così, sarebbe ancora più inaccettabile.





(19 dicembre 2018)

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