di Giancarlo Grassi #Torino twitter@gaiaitaliacomlo #Politica
“Impreparati e totalitari”. Siamo, en fin, al meglio tardi che mai. E’ Paolo Giordana, ex capo di gabinetto della Sindaca Chiara Appendino quello che chiese di far togliere una multa ad un amico e per quello perse la poltrona e fu costretto a dimettersi, a parlare. Lo fa con una citazione colta ed un lunghissimo post su Facebook nel quale si dissocia – i dissociati tardivi e post-eventi-sismici-che-li-riguardano-dovuti-a-imprudenze ci sono sempre stati antipatici – dal M5S e scopre addirittura che Di maio è “impreparato” e che il M5S è “totalitario”. Prima dove viveva? Sul pianeta Umma?
Paolo Giordana cita Olivares, ministro di Filippo II di Spagna – la citazione colta è d’obbligo, bisogna pur distinguersi – il quale era uso dire “en esto momiento faltan cabezas”, non ci sono “menti” cioè, perché Giordana presume forse di essere una di quelle menti o per frustrazione? – mio nonno che non era ministro, ma era chiarissimo, diceva la stessa cosa in modo differente: “In capesen un caz”, cioè non capiscono un accidente.
Non c’era bisogno di scomodare il ministro di Filippo II se non ad uso di un post del quale avremmo potuto anche fare a meno, considerando che il suo autore scopre tardivamente e troppo tardivamente, che il partito del quale è stato alfiere al fianco della combattente Appendino è formato da gente, che -per dirla in spagnolo con la signora della strada senza scomodare le polveri del ministro di Filippo II, il buon Olivares – “No tienen ni puta idea” la cui traduzione ci appare pleonastica.
Dunque Giordana ha avuto il risveglio del saggio, illuminazione raggiunta forse tra le alte erbe che soffocano Torino piuttosto che dall’albero di bodhi, ed è riemerso dopo essersi accorto di avere lavorato per gente che non ne sa nulla? La disoccupazione pesa. Lo sanno tutti quelli ai quali è stato promesso un reddito di cittadinanza che non è possibile erogare e sono ancora là che aspettano.
L’affermazione giordaniana in questo momento, “mancano le teste pensanti a tutti i livelli dello Stato dai Comuni alla Repubblica”, è anche un’autocritica o si parla sempre solo di altri?
La domanda viene spontanea perché il Giordana pre-conversione post-Umma è stato il Capo di Gabinetto di Chiara Appendino alfiera del M5S e non il segretario dei Comunisti Italiani ed è quantomeno bizzarro che si risvegli ora, dopo avere visto Di Maio e Salvini all’opera, quando per sua stessa ammissione (leggetevi il post che pubblichiamo due volte, di seguito e poi nell’originale pubblicato su Facebook), conosceva l’ex-steward del San Paolo già da prima e pare che non ne avesse un’altissima opinione, posto che si cambiano le opinioni assai più spesso delle mutande.
Recita Paolo Giordana nel suo mea culpa.
Dopo qualche tempo di esitazione e di silenzio ho deciso di romperlo. Ho avuto la fortuna di conoscere Di Maio personalmente e di discutere di alcune cose concrete faccia a faccia (c’era con lui il fidato Spadafora ed eravamo negli uffici della camera). Ho avuto la netta impressione che, sebbene ci mettesse una buona dose di impegno, fosse strutturalmente limitato, una specie di scolaretto che in quinta elementare pensa di poter dare l’esame di maturità. Non è possibile affidare la nostra Nazione nelle mani di persone così improvvisate, che non si rendono conto del contesto e che non hanno gli strumenti per comprendere la realtà che li circonda. I casi purtroppo sono sono due: o per “stare tranquillo” si fa prendere in braccio da qualcuno che ovviamente mira solamente al proprio tornaconto, oppure agisce “random” dicendo ogni giorno il contrario del giorno precedente e causando danni enormi alla Nazione. Di Maio non è uno statista o un politico, è uno che per caso in questo mondo malato senza selezione della classe dirigente si è trovato a rivestire un ruolo ben più grande di ciò che può sopportare, purtroppo montandosi la testa e pensando di essere ciò che non è: il salvatore della Patria. Prima va a casa è meglio è!
Diffidando noi sempre delle conversioni repentine, ed essendoci alla base della decisione (imposta) di dimettersi dalla carica di Capo di Gabinetto di Appendino un tipico esempio di nepotismo all’italiana – non sapremmo come altro definire la richiesta di togliere la multa ad un amico dalla propria posizione di potere – non ci resta di attendere (mentre sul profilo Facebook del buon Giordana fioccano commenti che non vorremmo ricevere) le reali ragioni della conversione post mortem (politica) di un Giordano prestato alla politica dal M5S che scopre che il M5S è un partito pericoloso per la politica. Nemmeno Di Maio avrebbe potuto fare di meglio.
C’è un altro detto spagnolo che vorremmo regalare a Giordana in onore alla sua conversione post-gabinetto. Il detto recita “la suerte de la fea la bonita la desea”, e la traduzione la lasciamo a lui. E ai posteri.
(24 agosto 2018)
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