di Redazione #Asti twitter@torinonewsgaia #Cultura
Mercoledì 22 maggio alle ore 18 in Sala Pastrone il Premio Asti d’Appello propone una nuova iniziativa ai propri soci con la presentazione del video 10 anni di Premio Asti d’Appello: realizzato da Franco Rabino, storico fotografo dell’iniziativa fin dalla prima edizione, grazie al sostegno economico della Farmacia Baronciani, il video raccoglie in 20 minuti gli scatti delle edizioni del Premio dal 2009 al 2018.
Vedremo scorrere come in un album di ricordi le immagini di tutti gli scrittori che si sono messi in gioco sul palco di Teatro Alfieri, ma anche dei musicisti e dei cantanti protagonisti dei concerti in onore del vincitore. Un modo per ricordare, ma anche per celebrare con orgoglio i dieci anni dell’iniziativa: traguardo importante per una manifestazione culturale che propone ogni anno ai propri sostenitori e a tutta la città una selezione di romanzi scelti tra quelli già classificatisi nei maggiori premi letterari italiani, concede loro una seconda chance (la sentenza d’appello) sottoponendoli alla doppia valutazione di due giurie, una popolare (i soci e gli studenti delle scuole superiori astigiane) ed una ‘togata’ (magistrati e uomini di legge) e infine proclama un vincitore, che riscatta ad Asti il piazzamento ottenuto allo Strega, al Bancarella, al Campiello o in altri premi nazionali .
Franco Rabino, fotografo professionista e studioso di storia ed estetica della fotografia, alterna il lavoro professionale con l’insegnamento e l’attività di divulgazione attraverso incontri e conferenze. Dal 2004 è impegnato in un lavoro di ricerca sulla ridefinizione dell’identità territoriale attraverso la rilettura del paesaggio urbano ed agrario.
A seguire Massimo Cotto, al quale dal 2011 è affidata la conduzione del Premio d’Appello, presenterà il volume di Giorgio Vitari Il vestito nuovo del procuratore (Neos Edizioni, 2019). Il romanzo prende le mosse da una vicenda di tangenti e corruzione, che nel 1983 sconvolse Torino: Vitari fu pubblico ministero nel processo di primo grado e anche se il racconto, sospeso tra il noir e il thriller giudiziario, è senza dubbio “in gran parte di fantasia”, il legame con il lontano scandalo degli anni Ottanta affiora di continuo.
Giorgio Vitari, in pensione dal 2018 dopo una carriera che si è sviluppata fra Torino, Ivrea, Vercelli, Asti e ancora a Torino, dove è diventato Avvocato generale presso la Procura generale del Piemonte, è da anni membro della giuria togata del Premio d’Appello. L’ingresso è riservato ai soci e agli invitati.
(16 maggio 2019)
©gaiaitalia.com 2019 – diritti riservati, riproduzione vietata