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Nella mattinata odierna, nell’ambito di un’articolata indagine della Digos della Questura di Torino coordinata dal Gruppo Criminalità Organizzata della locale Procura della Repubblica, sono state eseguite dodici misure cautelari (sei in carcere, quattro agli arresti domiciliari e due obblighi di dimora) nei riguardi dei principali leader dei gruppi ultrà juventini dei “Drughi”, di “Tradizione – Antichi Valori”, dei “Viking”, del “Nucleo 1985” e di “Quelli …. di via Filadelfia” indagati per associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata.
Nell’ambito della medesima indagine sono stati altresì denunciati altri venticinque ultrà della Juventus per violenza privata aggravata in concorso, di cui diciassette dei “Drughi”, due dei “NAB”, uno dei “Viking”, uno “Tradizione” e quattro dei “Drughi” (quest’ultimi anche per associazione a delinquere). Nel corso dell’operazione “Last banner”, coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, sono state eseguite, con la collaborazione delle Digos di Alessandria, Asti, Como, Savona, Milano, Genova, Pescara, La Spezia, L’Aquila, Firenze, Mantova, Monza, Bergamo e Biella, trentanove perquisizioni delegate dalla locale Autorità Giudiziaria, di cui ventiquattro a Torino e quindici in altre città.
L’attività di indagine della DIGOS – svoltasi per oltre un anno – è scaturita da una denuncia sporta dalla Juventus ed ha consentito al Gruppo Criminalità Organizzata della Procura di Torino di acquisire incontrovertibili elementi probatori in merito ad una precisa strategia estorsiva posta in essere dai leader dei principali gruppi ultrà bianconeri (“Drughi”, “Tradizione”, “Viking”, e “Nucleo 1986”) nei confronti della citata società calcistica, nell’ambito della quale un ruolo predominante è stato ricoperto dai “Drughi”, non solo per il considerevole numero degli aderenti (circa 700) alla diverse “sezioni” sparse anche all’estero, ma anche per il carisma dello storico leader Geraldo Mocciola (attualmente sottoposto a daspo ed alla sorveglianza speciale) derivante dai suoi numerosi trascorsi criminali e dalla sua contiguità con organizzazioni criminali calabresi (come emerso dalla nota indagine “Alto Piemonte”).
L’interruzione, alla fine del campionato 2017/18, di alcuni privilegi concessi ai gruppi ultrà ha infatti determinato, sin da subito, una “reazione” dei leader storici che, vistisi negare alcuni abbonamenti gratuiti per i cc.dd. striscionisti, hanno definito una capillare strategia criminale per “ripristinare” quei vantaggi soppressi ed affermare nuovamente la posizione “di forza” nei riguardi della Juventus.
A tal fine, i capi ultrà, nell’ambito di un accordo condiviso, dopo aver avanzato illecite richieste (biglietti gratuiti, materiale della Juventus, partecipazione ad eventi etc.), essendo consapevoli dei connessi risvolti penali, hanno convenuto, strategicamente, di celare la predetta finalità delittuosa con una campagna denigratoria e di contestazione verso la Juventus (che ha portato all’irrogazione da parte della giustizia sportiva di sanzioni pecuniarie e alla chiusura della curva sud per una gara di campionato) ricollegandola, pretestuosamente, all’aumento dei costi degli abbonamenti ed al rientro in squadra del calciatore Bonucci.
In tale contesto, la società sportiva, al fine di evitare ripercussioni e danni di immagine, ha dovuto garantire circa 300 biglietti a pagamento per le gare in trasferta di campionato e di Champions League che sono stati poi in parte redistribuiti dai capi ultrà ricavando indebiti profitti (autoriciclaggio).
E’ stata inoltre accertata la capillare attività dei “Drughi” per recuperare (a prezzo di costo) centinaia di biglietti di accesso allo stadio per le partite casalinghe della Juventus, avvalendosi di biglietterie compiacenti sparse su tutto il territorio nazionale, in parte distribuendoli tra le varie sezioni dei “Drughi” (secondo le direttive di Mocciola e con rincari rispetto al prezzo di mercato) ed in parte rivendendoli ad altri tifosi realizzando maggiori guadagni.
Non solo: i capi ultras dei “Drughi” e di “Tradizione” hanno utilizzato la propria forza intimidatrice anche per ottenere indebitamente dai gestori della società concessionaria del bar del settore ove sono allocati venticinque consumazioni gratuite per ogni partita casalinga.
Le indagini hanno altresì evidenziato come la “strategia estorsiva” sia stata attuata anche esercitando “pressioni” sui frequentatori “normali” della curva che hanno “dovuto” attenersi ai divieti “imposti” dai capi ultrà di “non” intonare cori e slogan durante le partite al fine di far percepire (anche ai mass media) un “clima ostile” verso la società, evidenziando, nel contempo, anche la loro capacità di condizionare il “tifo” di tutta la curva sud dell’Allianz Stadium.
E’ stato inoltre acclarato come le predette condotte “intimidatorie” – poste in essere anche dai leader del gruppo dei “N.A.B” – ai danni degli altri frequentatori della curva (sulla base di un cliché comune anche ad altre tifoserie) siano state finalizzate ad imporre (avvalendosi della forza intimidatrice tipica delle organizzazioni criminali) tutte le strategie dei gruppi ultrà (quali “unici” detentori del tifo organizzato). A tal riguardo, è stato riscontrato come siano state di fatto interdette alcune parti della curva sud ai tifosi c.d. “normali” (alcuni dei quali sono stati assunti a sommarie informazioni, confermando i soprusi degli ultrà) anche mediante la delimitazione con nastri ed il materiale allontanamento di coloro che si avvicinavano (senza quindi tener conto della titolarità del posto indicato dal biglietto posseduto), riservandole invece ai soli aderenti ai gruppi ultrà.
Analoghe condotte prevaricatrici sono state poste in essere nei confronti di alcuni “Club Doc Juventus” ai quali, in talune occasioni, è stato imposto di rimuovere gli striscioni nonché nei riguardi del neo sodalizio ultras “True Boys”, mai accettato in curva.
(16 settembre 2019)
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