di Redazione Torino
Il bambino aveva accusato una crisi di vomito e il compagno della madre lo ha massacrato a pugni cercando poi di imporgli il silenzio ordinandogli di dire che era caduto dalle scale. L’aggressione bestiale di un bambino con una simile modalità non può trovare giustificazione, soprattutto perché le lesioni interne provocate dal pestaggio lo hanno quasi ucciso.
Scrive il Corriere che gli investigatori hanno carpito la conversazione tra il compagno della madre del bambino massacrato a pugni nello stomaco dopo avergli legato le mani dietro la schiena con una sciarpa.
Tu adesso puoi fare tutto quello vuoi, non mi devi più chiedere nulla, ok? Perché io ti voglio bene e non voglio che tu stia male. Quello che tu vuoi, puoi farlo: andare dalla nonna, al mare, al parco, in piscina (…) Puoi fare quello che vuoi, basta che quando ti chiedono cosa è successo, dici che sei caduto dalle scale.
I fatti nel gennaio 2022, ma solo pochi giorni fa il patrigno del bambino, un marocchino di 23 anni, è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia per aver “martoriato” il bambino, «colpendolo con forti pugni allo stomaco dopo avergli legato le mani dietro la schiena con una sciarpa”. La punizione era dovuta al fatto che aveva bevuto un bicchiere d’acqua senza permesso e aveva vomitato nell’auto della nonna, a tanto si sarebbe spinta la violenza gratuita del patrigno verso il piccolo. Le indagini del pm Enzo Bucarelli, scrive ancora il Corriere, ricostruiscono un quadro di continue violenze e umiliazioni da parte dell’uomo nei confronti non solo del figliastro, ma anche della compagna che avrebbe poi raccontato agli inquirenti, in un secondo tempo complice la detenzione del compagno, le continue violenze a lei (anche quando aspettava la seconda figlia) e al bambino.
(15 aprile 2022)
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