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Catturato a Torino il libico noto come “Generale Almasri”. L’accusa: “Torturatore di migranti”. Espulso

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Il fermo su mandato della Corte penale internazionale: Osama al Najim è al vertice del centro di detenzione di Tripoli dove vengono rinchiusi i migranti intercettati in mare su mandato dell’Italia e si trovava in un hotel di Torino con un gruppo di libici.

Al Najim è stato arrestato domenica dalla Digos in esecuzione di un mandato di cattura della Corte penale internazionale che lo accusa di crimini di guerra e gravi violazioni di diritti umani, scrive Repubblica, “è il comandante della polizia giudiziaria libica ma anche il capo del centro di detenzione di Mitiga, a Tripoli, l’inferno per migliaia di migranti” dove finisce “la maggior parte di chi viene intercettato durante la traversata nel Mediterraneo e riportato indietro dalla guardia costiera libica che, ormai da anni, l’Italia finanzia e forma proprio per bloccare le partenze“.

A partire, come è noto, sono uomini, donne, bambini che spesso pagano la loro ricerca di una vita migliore con il prezzo altissimo di omicidi, violenze, stupri, torturi, rapimenti, detenzione arbitraria. Quando non con la morte. Un amico nigeriano, che conosciamo bene, è stato colpito da quattro fucilate senza spiegazione mentre camminava per la strada a Tripoli. E’ vivo per miracolo. Le cicatrici sono ben visibili. Ma siete liberi di non crederci. Così come siete liberi di non credere all’infinita sequela di reati e gravissime violazioni dei diritti umani che, proprio grazie alle testimonianze di alcuni dei sopravvissuti a quel lager, la Corte penale internazionale ora contesta ad Osama al Naijm e agli aguzzini della Radaa, la Forza di deterrenza speciale, scrive ancora Repubblica, da lui guidata.

I libici sono furiosi. Ancora non sono arrivati arguti commenti da quella politica italiana la cui contezza ci è invidiata da tutto il globo terracqueo. Poi i commenti arrivano sotto forma di azione: l’uomo è stato scarceratoimbarcato su un aereo ed espulso dall’Italia. Cioè, è tornato in Libia sano e salvo.

 

 

(21 gennaio 2025)

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