di Redazione
Arte alle Corti è un invito a scoprire la città attraverso i suoi luoghi più nascosti, quelle corti custodite all’interno di palazzi cittadini, che raccontano secoli di storia torinese. Architetture che diventano musei all’aperto di arte contemporanea, ospitando istallazioni di artisti chiamati a misurarsi con questi spazi. Si tratta di una mostra diffusa, arte dinamica e mobile, che per il secondo anno presenta un gruppo di autori diversi per generazioni, origini e stili. Sono coinvolti nove cortili e due giardini di una Torino aulica e istituzionale, in cui, dall’estate all’autunno, si declina un possibile concetto di arte pubblica. Cortili come gallerie, come palcoscenici, come luoghi d’arte, capaci di mettersi in gioco e di accogliere e dialogare con opere artistiche.
Il progetto è da vivere come una passeggiata en plein air, spostandosi a piedi e con una mappa in
mano, lungo un ideale fil rouge che collega diversi punti del centro cittadino, attraverso
l’architettura barocca. È un modo per conoscere e impossessarsi di un territorio spesso
sconosciuto, seppur quotidiano e familiare, reso scontato dall’abitudine e dall’incapacità di
guardarsi realmente attorno. Il progetto, infatti, si rivolge prima di tutto ai cittadini stessi, oltre che ai turisti: un pubblico fatto di occhi vicini e altri lontani invitato a entrare in questi meravigliosi scrigni, trasformati in scene aperte grazie all’arte.
In questa direzione, si è lavorato tenendo presente l’idea dell’installazione site specific, che si
mimetizza nel tessuto del luogo dove interviene, escludendo, invece, l’opera come un monumento
isolato ed estraneo al contesto.
L’abbinamento e l’incontro tra opera e luogo crea nuovi immaginari, nati dalla combinazione
produttiva di elementi inaspettati. Scaturiscono suggestioni che fanno rileggere arte e architetture,
donando loro vite diverse, secondo anche la visione teatrale propria del Barocco, il cui fine era la
meraviglia tramite l’illusione scenica.
In occasione di Arte alle Corti aprirà per la prima volta al pubblico Palazzo Asinari di San Marzano,
magnifica dimora nobiliare di Torino costruita nel 1684 su progetto di Michelangelo Garove, allievo
prediletto di Guarino Guarini.
Il progetto, alla sua seconda edizione, è stato reso possibile grazie al sostegno del Comune di
Torino, della Città Metropolitana e dei responsabili delle Soprintendenze, che ne hanno subito
compreso la progettualità e il respiro.
Un ringraziamento a Marco Boglione, che ha da subito affiancato il comitato organizzatore. E naturalmente ringraziamo per il supporto concreto i vari finanziatori, tra cui in primo luogo la
Compagnia di San Paolo, la Reale Mutua Assicurazioni e la Fondazione per l’Arte Moderna e
Contemporanea CRT, insieme a Gtt, Smat, Gruppo Building, Guido Gobino, Secap, Iren, Camera di
Commercio, Vestil, 3B, l’agenzia Ideal Comunicazione e Graphic Center. Siamo inoltre felici di
annunciare l’inizio di una collaborazione con la Triennale di Milano.
(13 agosto 2016)
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