di Gaiaitalia.com #Aosta twitter@gaiaitaliacomlo #8marzo
Stanno per entrare nel vivo le iniziative legate alla 20a edizione del Premio “La Donna dell’Anno”, il prestigioso riconoscimento internazionale promosso dal Consiglio regionale della Valle d’Aosta, con il patrocinio della Camera dei Deputati, della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità e del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, in collaborazione con il Comune di Saint-Vincent e il Soroptimist International Club Valle d’Aosta, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e con Donna Moderna e Mondadori Store in qualità di media partner.
Il Premio, nato con l’intento di valorizzare il ruolo delle donne nella società, nella cultura, nel mondo del lavoro, nella politica, nella comunicazione, nelle arti e nello spettacolo, quest’anno, focalizzandosi sul tema “Diciamo no alla violenza in ogni sua forma di manifestazione!”, si propone di contribuire a far sì che forte si faccia sentire la voce di chi difende nel mondo le donne maltrattate, violentate, umiliate, perseguitate, private di ogni diritto fondamentale sino a quello più sacro della vita.
Proprio per essere il più possibile performante, il Premio “La Donna dell’Anno” vuole sostanziarsi sempre più in un progetto che coinvolga il territorio valdostano, ed in particolare i giovani. In effetti, già nel corso del 2017 sono state avviate alcune iniziative con le scuole che si concluderanno nei prossimi giorni, andandosi ad aggiungere ai consueti incontri tra i ragazzi e le finaliste.
Le tre finaliste di quest’anno sono tre donne simbolo della lotta alla violenza sulle donne: Waris Dirie, modella somala naturalizzata austriaca che è riuscita a fuggire dalla sua terra natia attraversando il deserto da sola a 13 anni, porta avanti un’incessante battaglia contro le mutilazioni genitali femminili e per i diritti delle donne. La sua storia ha ispirato il film “Il Fiore del Deserto”, dramma biografico diretto dalla regista Sherry Hormann; Margarita Meira, dopo aver perso la figlia, vittima della tratta di esseri umani in Argentina, ha creato, insieme ad altre mamme, un’Associazione per lottare contro lo sfruttamento sessuale, offrire sostegno legale e svolgere attività di investigazione per ritrovare le ragazze che lei accoglie nella sua casa; Isoke Aikpitanyi, rischiando la vita, è riuscita a liberarsi dallo sfruttamento di chi dalla Nigeria l’aveva portata in Italia facendole inseguire un sogno per poi, invece, costringerla a prostituirsi. Da allora ha deciso di aiutare le ragazze vittime della sua stessa sorte, assicurando una via di uscita a migliaia di donne nigeriane vittime della tratta.
Alle varie iniziative in programma sarà presente anche la vincitrice del Premio Soroptimist International Club Valle d’Aosta Rosa Pepe, avvocato campano che da anni opera a sostegno delle donne vittime di violenza.
(6 marzo 2018)
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