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Iniziative come quella assunta dalla sindaca di Settimo Torinese Elena Piastra nei confronti dei migranti dei MOI dimostra ancora una volta la differenza che c’è tra cavalcare le paure e governare i processi, anche quelli complessi, come il fenomeno migratorio. Si è parlato spesso dei disagi che l’immigrazione produce nei nostri territori; altrettanto spesso si è nascosta una verità forse scomoda per qualcuno , e cioè che solo politiche per l’integrazione efficaci possono garantire sicurezza e prosperità.
La Lega ha detto che il PD è un partito di “buonisti”. In verità si scopre che in molti dei comuni a guida PD della nostra regione si sono fatte serie politiche per l’integrazione linguistica, per la regolarizzazione del lavoro, per l’accoglienza diffusa dei migranti. Un altro esempio straordinario è rappresentato da Saluzzo, dove il sindaco Mauro Calderoni fronteggia da anni una situazione molto difficile, e cioè la gestione di centinaia e centinaia di migranti che vengono impiegati nel lavoro stagionale della zona. Il nostro Governo approvò la Legge contro il caporalato, inasprendo le sanzioni per chi sfrutta il lavoro stagionale approfittando della fragilità economica e giuridica di tanti migranti disposti a lavorare anche in condizioni disperate. Ma l’efficacia della Legge sul caporalato dipende primariamente dalla attenzione dei sindaci, delle aziende e delle loro rappresentanze, delle altre pubbliche amministrazioni (province, regioni) e del volontariato diffuso (associazioni, protezione civile, parrocchie). Così Paolo Furia segretario regionale del PD Piemonte.
Per mettere a fuoco questi e altri problemi connessi all’integrazione, nell’autunno il PD del Piemonte organizzerà una giornata dedicata allo scambio delle buone pratiche in materia. L’evento si terrà a Saluzzo.
(30 luglio 2019)
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