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Nella giornata di venerdì 24 gennaio, la DIGOS di Torino, dopo un’articolata attività di indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha dato esecuzione a 5 perquisizioni delegate a carico di 4 tunisini e 1 italiano, tutti dimoranti in questa provincia, ritenuti partecipi di un sodalizio criminoso attivo nel favorire l’immigrazione clandestina anche di soggetti segnalati per possibili legami con ambienti del radicalismo islamico.
In particolare, il sodalizio si occupava sia di reperire documenti contraffatti e/o alterati al fine di consentire il rilascio di permessi di soggiorno in favore di extracomunitari non aventi titolo sia di agevolare illegalmente l’ingresso nel territorio dello Stato francese di alcuni clandestini entrati irregolarmente nell’UE. Tra questi anche soggetti segnalati per possibili legami con ambienti del radicalismo islamico. In particolare, in tale contesto, è stato chiarito come il sodalizio, con l’aiuto di altri connazionali dimoranti al confine italo-francese nei pressi di Ventimiglia, ha agevolato l’ingresso clandestino in Francia anche di un tunisino sospettato in ambito internazionale di attività correlate al terrorismo, accompagnandolo oltre confine attraverso sentieri boschivi utilizzati dai passeur.
Il ruolo principale di tale sodalizio era rivestito dal cittadino tunisino F. W., di 40 rimpatriato sabato scorso, previo nulla osta dell’Auotirtà Giudiziaria, dopo un periodo di trattenimento presso il locale CPR di corso Brunelleschi. L’uomo era noto alla DIGOS anche per essere il principale referente per i connazionali tunisini, tra cui molti studenti, che necessitavano di assistenza nella gestione delle pratiche relative alla loro regolarizzazione sul Territorio Nazionale. A tal riguardo, l’indagine, oltre all’attività di produzione/reperimento di documentazione falsa/contraffatta, ha permesso di riscontrare che, all’atto della presentazione della richiesta di rilascio/rinnovo del titolo di soggiorno, molti tunisini spesso di fatto residenti all’estero, per poter avere il permesso di soggiorno in Italia, attestavano di essere domiciliati in questo capoluogo indicando come domicilio fittizio proprio l’indirizzo dell’abitazione del tunisino rimpatriato.
Le perquisizioni effettuate hanno permesso di recuperare importanti elementi a suffragio dell’ipotesi investigativa sul sodalizio dedito all’immigrazione clandestina. Sono stati infatti sequestrati vari documenti di identità, richieste di rilascio del permesso di soggiorno, stampe di documenti falsi pronti ad essere “plastificati” nonché, nell’abitazione di un cittadino italiano anch’esso indagato nel medesimo procedimento, la stampante con cui venivano prodotti tali documenti. Oltre all’uomo già espulso lo scorso 18 gennaio, anche un altro tunisino clandestino sul Territorio Nazionale, senza fissa dimora, collocato al CPR in attesa del rimpatrio.
(26 gennaio 2020)
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