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Il diritto all’oblio per mondarsi del passato “politico” dopo avere rincorso la poltrona parlando a vanvera

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di Giovanna Di Rosa

Succede che si finisca sui giornali all’insegna dello shakespeariano “fama infamia che importa” e poi, secondo l’antica legge del “tutto passa, ma la mia arroganza no”, dopo essersi sentiti onnipotenti e impunibili anche se in politica non sai mai quanto duri, e dopo che la politica ha offerto un meritato calcio in culo e ha detto bye bye, si scoprano lesi nella loro onorabilità. Si sono lesi da soli, ma è un dettaglio.

Così, perduta l’impunità e la carica politica, mondati dal senso di onnipotenza che lo stipendio annuale a tre zeri più rimborsi offriva, eccoli rivolgersi con pieno diritto ad avvocati che, in nome del sacrosanto diritto all’oblio, chiedono la cancellazione di questo o quell’articolo in nome del loro diritto all’onorabilità e rispettabilità. E la stampa, che è seria, con l’orgoglio della serietà, cancella.

Sono in maggioranza meteore che hanno cercato la visibilità mediatica a tutti i costi quando pensavano di essere qualcuno e che ora che sono stati buttati fuori dal circo dalla volontà popolare, mica dalla sfiga, se la prendono con chi ha pubblicato ciò che loro erano e dicevano minacciandoli di querele in nome della loro onorabilità [sic], quando la stampa si è limitata a dare conto delle loro azioni pubbliche e non si è inventata nulla. Erano e rimangono poveracci.

 

(14 dicembre 2022)

©gaiaitalia.com 2022 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 

 



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