Non è passata nemmeno una settimana dalla riattivazione parziale della ferrovia Torino – Ceres, condita da dichiarazioni roboanti, festeggiamenti e passerelle mediatiche tipiche di una campagna elettorale, che oltre alle criticità già segnalate per orari, costi, e tempistiche di collegamento, stanno emergendo tutta una serie di problemi infrastrutturali e di utilizzo, che stridono enormemente con il clima di grande eccitazione dei giorni scorsi.
“Una ripartenza con più ombre che luci, che dopo solo alcuni giorni sta mettendo in evidenza tutta una serie di criticità e di disagi per l’utenza, sintomo della scarsa attenzione con cui ci si è approcciati, perché forse troppo concentrati sulle cerimonie e sulle celebrazioni”, così Claudio Desirò, Segretario di Italia Liberale e Popolare, commenta le numerose segnalazioni di problemi e disguidi sulla tratta.
Ai problemi legati agli orari, con fasce fondamentali per il territorio e lo scalo aeroportuale non coperte dal servizio, ed a quelli dei costi raddoppiati per gli abbonamenti under 26 e per i viaggiatori saltuari, si aggiungono disservizi sulla linea che creano gravi disagi agli utilizzatori.
“In questa prima settimana non si contano i ritardi, spesso senza alcuna informazione nei confronti dei viaggiatori in attesa in stazione. A questo, si aggiungono le ripetute segnalazioni di vetture in pessime condizioni, con numerosi sedili rotti. Ma non basta: notevoli sono le difficoltà per acquistare i documenti di viaggio”, aggiunge Desirò.
Col ripristino della linea, infatti, non è possibile acquistare biglietti per corse singole nelle edicole, come accadeva prima, e diverse emettitrici automatiche presenti nelle stazioni sono fuori servizio.
“Una situazione surreale: recandosi presso le edicole dei comuni serviti è possibile acquistare unicamente gli abbonamenti, mentre per i viaggiatori occasionali si apre un calvario. Numerose sono le emettitrici automatiche fuori servizio e capita che i viaggiatori siano costretti a mettersi in viaggio senza biglietto. Una situazione particolarmente evidente, ad esempio, a San Maurizio, dove ad oggi è impossibile acquistare un biglietto per una corsa singola non esistendo biglietteria, se non la automatica fuori servizio”, conclude Desirò.
Problemi che evidenziano ancora una volta l’approssimazione con cui si affrontano progetti dall’alto potenziale, che si esauriscono in momenti di vana gloria ad uso e consumo delle telecamere, con sperpero di risorse, e che rappresentano occasioni perse enormi per il territorio e le comunità.
Sulla Torino – Ceres c’è ancora molto da fare, ora che si sono appena spente le luci della ribalta sarebbe ora di farlo.
(25 gennaio 2024)
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