Mercoledì 24 settembre alle ore 21 l’Accademia di Medicina di Torino terrà una seduta scientifica sia in presenza, in via Po 18, sia con modalità webinar, dal titolo “Mortalità materno-infantile in Africa e in Italia”.
Dopo l’introduzione del professor Enrico Bertino, Neonatologo, Chiara Benedetto, professore emerito di Ginecologia e Ostetricia dell’Università degli Studi di Torino, si soffermerà sui problemi che riguardano la mortalità materna nel mondo e in Italia. Successivamente don Dante Carraro, Direttore di “Medici con l’Africa Cuamm”, esporrà la situazione e gli interventi in corso nell’Africa subsahariana per affrontare le complesse sfide legate alla salute materno-infantile, in linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
“Un inizio sano, un futuro pieno di speranza” è lo slogan scelto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Giornata Mondiale della Salute 2025.
L’appuntamento ha segnato l’avvio di una campagna annuale dedicata alla salute materna e neonatale, con l’obiettivo di esortare governi e comunità sanitarie a intensificare gli sforzi per porre fine alle morti prevenibili di madri e neonati, e a dare priorità alla salute e al benessere a lungo termine delle donne. Secondo le stime più recenti, ogni anno nel mondo circa 260.000 donne – una ogni due minuti – perdono la vita durante la gravidanza o il parto, mentre oltre 2 milioni di neonate e neonati muoiono entro il primo mese di vita.
La mortalità materna e infantile non è solo un indicatore della qualità delle cure sanitarie, è anche uno specchio delle profonde diseguaglianze ambientali, economiche, sociali, politiche e culturali sia tra Paesi diversi che all’interno di ciascun Paese.
Nei Paesi ad alto reddito, come l’Italia, dove la mortalità legata alla gravidanza e al parto è fortunatamente sempre più rara, le principali criticità riguardano l’età materna avanzata, l’appartenenza a minoranze etniche, lo status migratorio e la presenza di barriere linguistiche e/o culturali. Al contrario, nei Paesi a basso reddito, i principali ostacoli sono rappresentati dal ritardo nell’accesso alle cure, dalla carenza di personale qualificato e dai costi diretti dell’assistenza sanitaria, fattori che continuano a tradursi in un numero ancora drammaticamente elevato di morti evitabili.
L’esperienza a livello globale dimostra che i progressi sono possibili, ma quali sono le strategie più idonee per attuare questi interventi, in contesti fra loro molto diversi? La registrazione dell’incontro verrà pubblicata sul sito.
(16 settembre 2025)
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