di Giovanna Di Rosa Nofascismo twitter@torinonewsgaia #Lopinione
Tante le polemiche. Troppe. Così che nemmeno lei poteva passarci sopra. Così Appendino salta il fosso. la Sindaca disastrosa, che un tempo era “quella brava”, torna sugli allori e si mette di traverso al governo pentanerista schiavo di Salvini e delle sue troppo strette aderenze nere, e decide con Sergio Chimaparino di dire basta alle scorribande di Casapound che decide l’invasione ideologica del Salone del Libro di Torino.
Lo fa dando mandato di denunciare Francesco Polacchi, l’editore di AltaForte, la casa editrice vicina a CasaPound, per apologia di fascismo.
Appendino salta il fosso e costringe il suo M5S a tornare dalla parte della legalità, quella legalità vera, quella degli albori, quella che aveva sedotto – per pochissimo e sempre da lontano – anche chi scrive; lo fa con sprezzo del pericolo, alleandosi per la causa ad un orribile rappresentante del PD, l’odiato nemico del suo capetto Di Maio, e lo fa mettendosi contro, apparentemente, proprio l’altro viceministro del governo del primo ministro invisibile. Dice ai suoi. Ho una testa. Un pensiero politico. E lo uso.
E via con il mandato di denuncia. Il Salone del Libro del resto va difeso. Soprattutto dopo che lo si è distrutto per incompetenza, gioventù o per ordini superiori ché la cultura e gli elettori a 5Stelle non vanno poi così d’accordo.
Ora, ammesso che lei e Di Maio non si siano messi d’accordo per indebolire Salvini, a Chiara Appendino resta una sola cosa da fare per dimostrare di essere diventata politicamente grande, adulta e di aspirare a diventare la Sindaca di Torino che tutti ricorderanno per meriti e non per disastri: molli Di Maio e il pentastellutismo delle alleanze scomode troppo sbilanciate a destra.
Gioverà a lei e alla sua città. E soprattutto ai torinesi.
(7 maggio 2019)
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