di G.G., #Politica
Mentre giungeva l’eco delle parole di Beppe Grillo che siluravano Giuseppe Conte con pretesa nemmeno troppo nascosta di delegittimazione politica futura e pronto recupero del Casaleggio pargolo per le prossime future sempre meno partecipate consultazioni online del M5S post-mortem, l’ex presidente del Consiglio proferiva la sua fatwa: “Grillo ha deciso di essere padre-padrone”.
Poco prima su La7 avevamo assistito al programma In Onda con Concita De Gregorio e David Parenzo che tentavano disperatamente di stabilire un dialogo col segretario della Lega che invece di rispondere lanciava spot pubblicitari, come da sua pessima abitudine, con il chiarissimo intento di prendere in giro i due conduttori (che non se la sono cavata bene, e ce ne dispiace), chiudendo con il solito invito a seguirlo su Instagram.
Poche ore prima, come fa da qualche giorno, Berlusconi lanciava i suoi inviti – disperati i tentativi di far dimenticare l’età del sempre più anziano leader delle sue televisioni che mentre parla, fanno scorrere in sottofondo immagini di una quindicina di anni fa – alla formazione di un partito unico della destra sulla falsariga (soprattutto falsa) deil partito Repubblicano americano, cadendo il suo appello (già vecchio prima di pronunciarlo) nel vuoto assoluto.
Qual’è la morale di questa demoralizzante e scarna descrizione di fatti politici successi? Non c’è. C’è soltanto, palese, la ragione per cui gli assetati di potere (di qualsiasi colore politico si denuncino) si fondano i partiti personali: per poter fare, dire, non dire, disfare, inventarsi tutto quello che vogliono, rivolgendosi direttamente e soltanto a chi li voterebbe comunque. Se la politica italiana non esce da questo loop c’è poco da stare allegri.
(30 giugno 2021)
©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata