di Daniele Santi, #Lopinione
Non volendosi vaccinare doveva trovare ad ogni costo il modo di avere il Green pass. E siccome il furbone medio ritiene di essere più scaltro persino di sé stesso, si è caricato l’idea meravigliosa di presentarsi al pronto soccorso col braccio di silicone nel quale farsi iniettare il vaccino, ottenere il Green pass e via andare con libertà di infettare. La bravata, di un cinquantenne non di un ragazzino di 12 anni, era stato anticipato da un tweet di una settimana fa con l’immagine di un busto fasullo di gomma e la scritta: “Se vado con questo se ne accorgono?”.
La genialata del braccio finto non è tuttavia passata inosservata, perché nonostante le credenze dei furboni, non siamo tutti scemi, e il cinquantenne che si è presentato con il braccio in silicone, che comprendeva la spalla col muscolo deltoide in cui infilare l’ago, pensando di poter ingannare gli operatori sanitari, non solo non ha avuto soddisfazione, ma è anche stato denunciato, perché non si può raggirare il sistema e ottenere il Green pass senza avere fatto realmente il vaccino.
Siccome silicone e pelle non hanno la stessa consistenza, l’operatrice si è accorta della furbata del furbone, quindi lui ha pensato bene di chiederle di chiudere un occhio. Lei li ha invece aperti tutti e due: il cinquantenne è stato denunciato per truffa ai carabinieri, con un verbale firmato da medico e operatrice, e l’Asl segnalerà il caso anche in Procura.
La leggenda del cervello fino ha preso il via giovedì 2 dicembre nel centro vaccinale di Biver Banca a Biella, dove è consentito l’accesso diretto e senza prenotazione, per chi decida di sottoporsi alla prima dose: ora si attendono con ansia altri colpi di genio.
(3 dicembre 2021)
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