di Giovanna Di Rosa
L’ex sindaca di Torino, già dei miracoli indimenticabili (li ricorderete), protagonista della fulminea stagione dell’incompetenza politica miracolata al potere – insieme a Virginia Raggi, una delle poche Sindache che si ricordino a dire no alle Olimpiadi rinunciando a una valanga di soldi su Roma – ha capito che il M5S è alla canna del gas e parrebbe dare le dimissioni da vicepresidente del partito.
Lo hanno sussurrato le solite gole profonde parlamentari ai giornalisti, pochi e scelti, che siccome fanno un mestiere boccalone si sono ben guardati dallo stare zitti.
Per Appendino dentro il M5S “c’è un problema politico” che senza di lei non sarebbe venuto a galla, quando si dice l’acume e dato che nessuno legge i numeri in questo paese, che esplode dopo i 4 virgola poco delle scorse amministrative. L’avevamo vista meno polemica e meno propensa a stracciarsi le vesti in occasione della sua sconfitta a Torino, dopo un mandato di cui non si ricordano nemmeno le date, ma benissimo i due morti e i 1700 feriti di piazza San Carlo.
La sensazione, non ci è mai politicamente piaciuta Chiara Appendino, è quella che l’insoddisfazione politica dell’ex sindaca indimenticabile (per molte ragioni) poco abbia a che vedere coi numeri e con i risultati delle amministrative del suo partito, ma con ambizioni personali che puntano direttamente alla poltrona di Conte. Quello stesso Conte che l’ha nominata vice-presidente e che ha ricordato come tutte le scelte del Movimento, ora partito – già degli scappati di casa e dell’1+1=3 – siano state passate sotto l’augusto giudizio degli iscritti che hanno sempre detto yes Sir (e mica sotto costrizione ma esercitando il sacro diritto del click, già evoluzione da pollice opponibile).
Giuseppe Conte ha tuonato dopo l’annuncio delle possibile dimissioni della nuova pasionaria dello scenario politico italiano, una delle tante, decisamente una delle meno credibili, e se l’è presa con la stampa (una pessima abitudine che sta prendendo piede sempre più) informando: “Dimissioni? Mai ricevute”. E non è detto che sia un bene. Personalmente se io fossi Conte e Appendino si dimettesse darei una festa da ballo a mie spese, ma si tratta di un’opinione personale mutuata da un giudizio politico assolutamente negativo nei confronti della ex-Sindaca di Torino che riteniamo politicamente insipida, capace solo di grandi slogan, nemica giurata di ogni idea di governabilità in coalizione soprattutto se c’è in giro il PD.
Insomma una fuori dal tempo, visti i chiari di luna che imporrebbero di mettere da parte il proprio ego a favore di scelte politiche pragmatiche e a sostegno di obbiettivi per il paese, che dovrebbero venire prima di simpatie e antipatie e, ci pare, persino prima di Appendino col suo mal di pancia. Ma a lei della governabilità del paese mica sembra interessare granché: si ha piuttosto l’impressione che la voglia la poltrona di Conte la obnubili leggermente. Non ce ne sarebbe nemmeno bisogno, diciamo.
(15 ottobre 2025)
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