E’ finito in manette il sedicente “re dei maranza” di Torino noto anche come Don Alì, 24 anni, nato in Marocco ma cittadino italiano, la cui fama di violento da social se l’è costruita col sudore dei video postati su Instagram (222mila followers) e TikTok (338mila followers) dove si riprende mentre sfida le forze dell’ordine e intimidisce sconosciuti. Un esempio, diciamo.
Ritenuto responsabile di atti persecutori nei confronti di un professore di Barriera di Milano è stato ora è stato arrestato dagli agenti della Squadra Mobile: per lo stesso reato, le autorità hanno disposto anche la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di un 24enne e un 27enne torinesi di seconda generazione, considerati complici.
La fascinazione della violenza via social ha reso Don Alì una specie di stellina cadente del firmamento del famoseo: aveva iniziato con un video del 2021, in cui aveva insultato un agente della municipale rifiutandosi di fornire i documenti salvo poi fuggire. Perché bisogna farsi beffe dell’altro fino in fondo. Fermato, venne trattenuto 48 ore in stato di fermo e condannato per resistenza a pubblico ufficiale, con obbligo di firma per 4 anni. Lui non si è fermato, continuando a intimorire i cittadini, praticando furtarelli nei mini market, attaccando agenti e lanciando “raid” nei quartieri. Tutto rigorosamente, secondo le informazioni della stampa locale (non andiamo certo a dargli un click sui suoi social per controllare), documentato da video poi postati sui social. Poi l’ultima bravata. Una sorta di “spedizione punitiva” avvenuta lo scorso ottobre, con Don Alì e due complici attendere all’uscita di una scuola elementare un maestro, accusandolo di aver maltrattato un bambino, presunto parente di uno di loro.
“La prossima volta agiremo in altra maniera. Non saranno più parole, ma fatti. Quelli veri”, è stata la minaccia del gruppo. I tre erano stati querelati, e sono partite le indagini. Fino all’arresto.
Quando si dice il prendere sul serio la propria carriera di influencer. E pensare che più di 500mila persone ci sono cascate.
(23 novembre 2025)
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