di Redazione Torino
Nei mesi scorsi la Polizia di Stato di Torino, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, svolgeva una complessa attività investigativa relativamente ai reati di tentata rapina in abitazione e sequestro di persona, commessi nel mese di ottobre 2023, in pregiudizio di una donna benestante, residente nella zona precollinare di Torino. Nella circostanza, tre uomini con i volti travisati da passamontagna, dopo aver immobilizzato la vittima mentre parcheggiava la propria autovettura nel garage condominiale ed averla percossa, la trascinavano dinnanzi la sua abitazione, ordinandole prima di disattivare il sistema di antifurto e, successivamente, di procedere all’apertura della cassaforte occultata in un mobile dell’alloggio.
La vittima accusava uno svenimento a causa delle percosse subite, fatto che induceva induceva i malviventi a desistere dalla loro azione delittuosa ma i tre uomini, prima di darsi alla fuga, legavano con delle fascette da elettricista i polsi e le caviglie della stessa, al fine che non potesse dare l’allarme. I rapinatori, ripercorrendo a ritroso il tragitto effettuato per accedere all’immobile, venivano però inseguiti dal custode dello stabile che riusciva a bloccarne uno, poi tratto in arresto da personale della Squadra Volante del Commissariato di P.S. “Centro”, immediatamente sopraggiunto sul posto.
L’indagine degli investigatori, supportata dall’analisi delle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza pubblici e privati situati in prossimità dell’abitazione della parte lesa, dalla disamina dei tabulati relativi al traffico generato nelle celle telefoniche della zona nonché da un’articolata attività captativa, conduceva nei mesi a seguire all’identificazione di altri quattro soggetti verso cui convergevano gravi indizi relativamente al cruento crimine; tre dei quali, unitamente all’arrestato in flagranza di reato, esecutori materiali dello stesso ed uno avente la funzione di “mandante”. Quest’ultimo è risultato essere un artigiano che, alcuni anni addietro, aveva eseguito dei lavori presso l’abitazione della vittima, avendo così modo di studiare le abitudini della stessa ed i beni da lei posseduti.
Pertanto, stante quanto emerso dall’intera attività svolta, il Tribunale di Torino, su richiesta del P.M. titolare delle indagini, recependo le risultanze investigative della Squadra Mobile, emetteva ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tutti gli indagati. Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti cautelari, venivano esperite le perquisizioni presso le abitazioni ed i luoghi nella disponibilità degli stessi, che conducevano al rinvenimento di materiale e documentazione utile ai fini investigativi.
Il Giudice per le Indagini Preliminari, in seno all’Ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere a loro carico, ha ravvisato la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza ferma restando la presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva.
(29 giugno 2024)
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