Tra rivolte e suicidi la situazione delle carceri è esplosiva e non può più essere sottovalutata. Lo scrive Claudio Desirò, segretario di Italia Liberale Popolare, in un post su Facebook.
Alcuni dati:
- Carenza di circa 18000 unità nell’organico della Polizia Penitenziaria
- Carenza di circa 15000 unità nell’organico civile, tra sanitari, amministrativi e personale dedicato al recupero sociale dei detenuti
- Sovraffollamento continuo delle strutture, con una popolazione carceraria del 30% superiore alla disponibilità. Tra questi, il 30% dei detenuti è in attesa di sentenza ed un ulteriore 30% del totale è extracomunitario (solo con alcuni paesi è in atto la collaborazione con il rientro dei detenuti)
In una situazione simile, le rivolte di questi giorni negli istituti di #Torino e #Trieste sono solo la punta dell’iceberg, a cui si aggiungono, solo da inizio anno, i 58 #suicidi tra i detenuti e la decina di suicidi tra gli agenti di Polizia Penitenziaria.
La situazione è drammatica ed è da affrontare nell’immediato, anche per assicurare condizioni lavorative adeguate a chi, nelle carceri del nostro Paese, presta il proprio operato, a rischio quotidiano della propria incolumità. Il sistema penitenziario italiano è allo sfascio, distante da quanto previsto dalla nostra Costituzione e si conferma un luogo in cui, da un lato chi ha sbagliato e sta pagando rischia di uscire peggiorato dalle condizioni di percorso interno, dall’altro chi ci lavora lo fa a rischio e pericolo della propria persona. Il tutto con ricadute sociali ed economiche per tutta la nostra società – continua il post – che vengono sottovalutate se non del tutto non considerate.
Pensare di affrontare l’emergenza carceri solo attraverso la giusta repressione delle rivolte non è risolutivo ed espone ad ulteriore pericolo le esigue forze di Polizia Penitenziaria, tra l’altro al minimo dei mezzi a disposizione.
(15 luglio 2024)
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