di Matteo Marra
Nonostante le elezioni europee siano state vinte dalle destre, che hanno ottenuto la maggioranza assoluta (in particolare, 375 seggi su 720), la Cancelleria di Berlino, guidata dai socialdemocratici, e la Presidenza della Repubblica francese, guidata da un Presidente sfiduciato e senza una maggioranza in Parlamento, hanno deciso che bisognava proseguire sulla stessa strada seguita finora. Ed ecco sorgere la seconda Commissione europea presieduta da Von der Leyen, e come nel 2019 non furono sufficienti i voti dei Socialdemocratici e del Partito Popolare, e si dovette far entrare nella maggioranza anche i Liberaldemocratici, la storia si ripete e, nel 2024, non essendo più sufficienti i tre gruppi appena accennati, ecco entrare nella maggioranza anche i Verdi, spostando, col disprezzo solito più totale nei confronti del voto popolare, la Commissione sempre più a sinistra.
In Patria, Provenzano, vicepresidente del PD, ha, come ci si aspettava da lui, gridato allo scandalo scoprendo che Fratelli d’Italia non ha votato la fiducia a Von der Leyen: “Quello che è andato in scena oggi rappresenta un abuso persino di Flaiano, che diceva che in Italia la situazione politica è grave ma non è seria: è la prima volta, a nostra memoria, che un Presidente del Consiglio dell’Italia, Paese fondatore dell’UE, lo isola in Europa nei rapporti con la Commissione; questo è grave ma anche poco serio. Dovete venire a discutere in Parlamento insieme a tutti noi e prendervi le responsabilità davanti all’Italia e agli Italiani”. Non poteva mancare un intervento della magnifica Elly Schlein: “Ci chiediamo chi rappresenti oggi questo governo in Europa: gli interventi sguaiati dei leghisti a cui Giorgia Meloni si è accodata col suo voto? Oppure il plauso del ministro degli esteri Tajani? Allora, io vedo grandi spaccature lì dentro, ma soprattutto vedo la mancanza di una visione del futuro dell’Italia e dell’Europa da parte di questo governo. Giorgia Meloni, e non lo diciamo dal voto di oggi, ma da tempo, in Ue si è sempre scelta gli alleati sbagliati e questo sta isolando il nostro Paese. Nel voto di oggi ha dimostrato ancora una volta di anteporre gli interessi del partito a quelli del Paese”.
Peccato che Provenzano e Schlein dimentichino una banale regola della democrazia che è il non dover rendere conto, soprattutto ad altri partiti, dei voti espressi in aula dai parlamentari. Nei trattati, i benefici di far parte dell’Unione non dipendono dal voto dato alla Commissione. Francamente, sostenere una maggioranza che propone nuovamente le stesse politiche neosocialiste, anche no. L’elettorato ha manifestato la volontà di andare altrove, di andare verso destra. La sinistra non riesce ad accettare l’idea che non riesce a vincere le elezioni, perché, se l’accettasse, dovrebbe iniziare un percorso di radicale trasformazione per essere in linea con la volontà popolare. Quindi, la sinistra se ne frega anche del risultato delle elezioni, ma dopotutto ha questa missione affidata lei da Dio direttamente di governarci; ebbene sì, anche se, con una certa evidenza, manifestata ad ogni elezione, non vogliamo, loro sanno cos’è meglio per noi, nel puro atteggiamento bolscevico di leniniana memoria: non tutti sanno che nel 1917, alle elezioni per l’Assemblea Costituente panrussa, Lenin ottenne solo il 24%, ma, proprio perché sapeva cosa fosse meglio per il popolo russo, che aveva sbagliato a votare, decise di ignorare il voto popolare e sciolse l’Assemblea. La stessa dinamica si presenta, oggi, nei palazzi dell’Unione europea.
Quindi, considerando la crisi d’identità dell’Occidente, la crisi generale della rappresentanza e, quindi, anche della classe politica; considerando la bassa fiducia dei cittadini europei nelle istituzioni dell’Unione, ignorare il voto popolare è una cosa intelligentissima, che di sicuro non sposterà l’elettorato, inferocito perché non riconosciuto come legittimo, sempre più a destra: è il normale corso delle cose. Esattamente come quando nel quotidiano non prestiamo attenzione a ciò che dice una persona, questa prima o poi impazzisce e ricorre alla violenza: esattamente quello che accadrà nel nostro continente nei prossimi decenni. Ed è tutta colpa della sinistra, che pretende di governare dopo aver perso le elezioni ed aver tenuto anche una lezione di politica su ciò che deve essere la destra e, poi, una lezione di moralità su come dobbiamo comportarci. Ma che roba è? Ancora il partito che si erge a Stato?
Bisognerà, poi, vedere se la seconda Commissione Von der Leyen sarà anche l’ultima dell’Unione europea. Francamente, io, da europeista convinto, dopo lo spettacolo indecente andato in onda al Parlamento europeo, giovedì 19 luglio, non mi sento proprio più rappresentato dalle istituzioni dell’Unione.
(19 luglio 2024)
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