di Daniele Santi
Ho la simpatia per l’On. Appendino che avrei nei confronti di un mamba nero che mi ritrovassi nel letto, e se nel secondo caso non avrei scelta né futuro nel primo la scelta ce l’ho: e mai voterò Appendino né il partito che la tiene dove sta nonostante la condanna definitiva (partito che chiede le dimissioni o la non candidatura dei condannati in via definitiva a tutte le altre forze politiche).
Questo detto e dopo avere ascoltato le inutilità proferite da Appendino a In Onda il 9 luglio scorso, la quale continua a percorrere la sua via dialogica ad uso menti semplici a 5 stelle secondo lo schema voce troppo alta, velocità nell’eloquio esagerata (ma utilissima a coprire il vuoto di simile torrenziale verbosità), cifre sciorinate a mitraglia, lascia basiti la maleducazione istituzionale di tal Senaldi, giornalista á la page per ragioni che ci risultano incomprensibili, ma noi siamo comunisti ignoranti e rozzi pur senza esserlo, che nel tentativo di interromperla – azione meritoria, per quanto ci riguarda, se fosse per proteggere le orecchie altrui – invece di rivolgersi con On. Appendino, la chiamava “Signora”: una volta, nel caos che certa televisione definisce “dialogico”, e senza che nessuno ci si soffermasse troppo sopra.
Appendino, che è una gran signora, anche grazie a numerose partecipazioni al Torino Pride che profondamente insegna (son tutti una scuola, a volte), ha agito come tale, evitando di reagire alla provocazione.
Ci si chiede se Senaldi, giornalista á la page per ragioni che ci risultano incomprensibili, ma noi siamo comunisti ignoranti e rozzi pur senza esserlo, chiamerebbe “Signora” in diretta televisiva una qualsiasi deputata o senatrice delle destre che tanto difende arma in pugno e ben brandita...
(10 luglio 2025)
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