di Giancarlo Grassi #Torino twitter@torinonewsgaia #Politica
Chiarissima Appendino ha finalmente messo fine a quell’immonda sceneggiata che erano le sue dimissioni [sic] e la giunta “nemica della contentezza”, e tutte quelle balle messe in piedi negli ultimi giorni, ed ha nominato una vicesindaca – Sonia Schellino, già assessora alle politiche sociali – che dovrebbe riportare la pace alle natiche dei seduti (incollati?) a 5Stelle.
L’opportunistico restyling è finito con un’altra pennellata di colla alle poltroncine dei pentastellati e la decisione di mantenere lo status quo e la pacem in terram, terra di disastri, ha prevalso sui proclami appendiniani di me ne vado perché all’immobilismo non ci sto. Si prolunga così l’agonia di Torino che paga il prezzo di avere votato un gregge di scappati di casa come se fossero ciò di cui la città aveva bisogno.
Lei, Appendino la Rifomatrice, parla di ricostruzione di un clima di “dialogo e da lunedì inizierà la discussione sugli aspetti politici”, insomma Torino può aspettare, la Tav pure, le Olimpiadi ciao ciao, e della crisi che rischia di diventare irreversibile della città della Mole ce ne freghiamo. Loro vogliono soltanto una cosa: mantenere il potere a tutti i costi non importa a costo di quali devastazioni.
L’agonia di Torino continua. Magari la prossima volta prima di votare “Appendino perché c’è bisogno di cambiare” ci penseranno due volte.
(19 luglio 2019)
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