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Torino, misura cautelare in carcere per militante anarchico per fabbricazione, detenzione e porto in luogo pubblico di ordigno esplosivo

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di Redazione #Torino twitter@torinonewsgaia #Cronaca

 

Nella prima mattinata del 26 novembre, la Digos di Torino, in collaborazione l’omologo ufficio di Verona, ha eseguito una misura cautelare in carcere a carico di un quarantenne, militante anarchico, responsabile di fabbricazione, detenzione e porto in luogo pubblico di ordigno esplosivo. La misura cautelare discende dall’operazione “Scintilla” dello scorso febbraio, che consentì di trarre in arresto sei militanti libertari riconducibili al centro sociale “Asilo”. All’associazione anarchica investigata furono attribuiti ben 21 attentati.

La misura cautelare in carcere emessa dall’Autorità Giudiziaria di Torino a carico dell’anarchico catanese S. G., di anni 40, residente in provincia di Verona, per fabbricazione, detenzione e porto in luogo pubblico di ordigno esplosivo. L’attività di polizia giudiziaria – coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino – rappresenta un corollario dell’’operazione “Scintilla” eseguita lo scorso 7 febbraio dalla Digos di Torino e che ha consentito di trarre in arresto sei militanti libertari riconducibili al centro sociale “Asilo” (sgomberato contestualmente all’esecuzione delle misure restrittive) per aver promosso, costituito, organizzato e partecipato a un’associazione sovversiva (ex art. 270 c.p.) diretta e idonea a influire sulle politiche nazionali in materia di immigrazione mediante la ripetuta distruzione dei CIE/CPR e con sistematici atti di violenza e intimidazione nei confronti delle imprese impegnate nella gestione delle sopra indicate strutture di accoglienza.

In particolare, è stato possibile ricondurre all’associazione anarchica investigata il compimento di n.21 attentati, di cui n.15 perpetrati mediante l’invio di plichi postali esplosivi a ditte e società con sedi a Torino, Bologna, Milano, Roma, Bari, Ravenna impegnate in attività di supporto alla gestione dei Centri Per Rimpatri, e n.6 mediante la collocazione di ordigni rudimentali (taniche di benzina con innesco esplosivo) davanti gli uffici di “Poste Italiane” di Torino, Bologna e Genova (società proprietaria della “MistralAir” utilizzata dal 2011 per il trasporto degli stranieri irregolari da rimpatriare).

Le ulteriori indagini svolte dalla Digos hanno consentito di attribuire, in particolare, all’anarchico SCIACCA la fabbricazione materiale del plico esplosivo (con mittente “DAB Srl via Mameli n. 3 Piacenza” – società inesistente), indirizzato alla società LADISA Ristorazioni Spa ma recapitato (in data 8 marzo 2016) alla sede della società IGEAM Srl sita a Roma in via Benaglia n. 13.

L’ordigno esplosivo, contenuto in una busta tipo Pluriball, era costituito da un sistema di attivazione, con batteria 9 volt, ed innesco mediante lampadina alogena con bulbo di vetro rotto e filamenti a contatto con carica esplosiva costituita da circa 22 grammi di polvere pirotecnica, con attivazione all’apertura della busta.

L’individuazione dell’autore dell’attentato è stata possibile grazie al rinvenimento di un idoneo profilo di DNA sul sistema di attivazione del congegno esplosivo che ha consentito poi a questa Digos di approfondire l’attività investigativa su alcuni militanti d’area vicini alla cellula anarchica investigata e di acquisire diversi profili di DNA, tra cui quello di Sciacca Giuseppe, che è stato poi comparato con quello rilevato sul plico esplosivo, dando piena corrispondenza dei profili genetici.

Le medesime caratteristiche dell’ordigno sono state riscontrate anche per il plico esplosivo inviato il 25 febbraio 2016 (quindi qualche giorno prima di quello di Roma) alla sede della società CREA Srl di Ravenna ma indirizzato alla società IGEAM Srl; entrambe le ditte sono inserite nell’elenco delle società indicate nel documento programmatico “I Cieli Bruciano” predisposto dall’associazione eversiva investigata.

Inoltre, che lo scorso 30 marzo, in occasione della manifestazione internazionale indetta dal movimento anarchico a Torino per protestare contro l’operazione “Scintilla” e lo sgombero dello storico centro sociale “Asilo”, lo Sciacca era nel “blocco nero” dei libertari “intercettati” in questa via Aosta e successivamente denunciati per il possesso di diverse decine di caschi, maschere antigas, mazze, bottiglie con liquido infiammabile, biglie e bocce di ferro, abbigliamento per travisarsi e medicinali per lenire gli effetti dei gas lacrimogeni, materiale che sarebbe stato altrimenti utilizzato per devastare la città e creare problemi di ordine pubblico quale prosecuzione dei gravi episodi di violenza già verificatisi a Torino il precedente 9 febbraio in occasione di un’analoga manifestazione nazionale anarchica organizzata a pochi giorni dall’operazione “Scintilla” (e per i cui fatti sono state recentemente eseguite diverse misure cautelari).

Contestualmente all’esecuzione della misura cautelare è stata effettuata una perquisizione dell’abitazione dello Sciacca, sita nel Comune di Cerro Veronese (VR) che ha consento di sequestrare materiale utile alla prosecuzione delle indagini.

Si rammenta infine che l’uomo ha già riportato una condanna irrevocabile per il lancio di due ordigni esplosivi contro il Comando della Polizia Municipale di Parma, avvenuto il 20 ottobre 2008.

Informa un comunicato stampa della Questura di Torino.

 

 

(26 novembre 2019)

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