di G.G. #LGBTQ twitter@gaiaitaliacomlo #Torino
Sappiamo che questo articolo ci porterà insulti, ma ci siamo abituati, perché in questo paese andare controcorrente perché ci si crede, non per moda, porta quei risultati lì. Motivo del contendere, casus insultandi, sarà la nuova semaforica di Torino che prevederebbe che al posto delle tradizionali sagome che fanno compagnia alle luci rosse e verdi ci siano immagini sagomate di coppie di uomini e donne che si tengono per mano.
La cosa più inutile che si poteva immaginare, approvata in un trionfo di retorica buonista, su proposta della consigliera PD Eleonora Averna e che ciò che provocherà sarà il lancio di sassi contro i semafori perché bisogna imparare, ed il PD è il primo partito che deve impararlo, che non si parte dalla fine, ma dall’inizio. Soprattutto quando si deve fare un percorso di sensibilizzazione e di “riflessione sui diritti” come l’iniziativa si propone giustamente di fare.
L’iniziativa è stata approvata dal consiglio della I Circoscrizione della Città di Torino dalla maggioranza con l’idea di sperimentare il semaforo LGBTQI-friendly in via Roma, fra via Bertola e via Principe Amedeo, ma non è notizia di oggi, risale al 4 maggio 2017, e l’abbiamo pubblicata qui.
La speranza è che l’iniziativa possa “essere adottata dall’amministrazione” come già succede a Londra e Vienna, perché lo si ritiene “è un modo per sensibilizzare sul tema delle pari opportunità”: temiamo pioveranno sassi e si griderà al vandalismo. Perché gli Italiani non sono gli Inglesi o gli Austriaci e se non insegni loro, se non fai nulla affinché loro, siano a conoscenza dei meccanismi che regolano omofobia, lesbofobia, transfobia e intolleranza poi puoi mettere tutti i semafori che vuoi, ma risolvi poco e ciò che otterrai sarà aumentare le spese per la manutenzione straordinaria.
Ora chiamateci omofobi.
(14 maggio 2018)
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