di G.G. #Politica twitter@gaiaitaliacomlo #pentaleghismo
Il M5S è decisamente il partito dei miracoli: nonostante le percentuali a doppio zero e le intenzioni di voto che lo vogliono navigare tra il 27 ed il 30% quando “i suoi” devono digitare su una tastiera per votare alle “grillarie” votano quattro gatti. Ed eleggono i soliti.
Non sappiamo cosa voglia dire, ma ci piace pensare che il problema stia nel fatto che per digitare su una tastiera un pensiero articolato come la scelta di un candidato ci vogliano abilità che cozzano contro il digitare slogan preconfezionati (“E allora il PD?”) che possono essere inviati con un copia-incolla e un click.
Battute a parte il Piemonte ha vissuto i fasti delle primarie del Grillo chiamate Regionarie, insomma la conta online, durata per tutto lo scorso 9 ottobre nel silenzio mediatico più assoluto o quasi, alle quali hanno partecipato 1.875 attivisti, insomma nemmeno duemila, i quali hanno votato i soliti. Cioè i consiglieri regionali uscenti Francesca Frediani, Federico Valetti, Mauro Campo e Giorgio Bertola che, con meno di duemila voti in totale – va rilevato che la metà dei candidati ha preso meno di 15 voti – e potranno aspirare a governare una regione di 4 milioni e mezzo di abitanti.
Nella Torino Metropolitana, quella governata da Chiara Appendino dove si votano mozioni che vanno contro quelle di Torino Città di cui Chiara Appendino è Sindaca (questione nota come “La Battaglia delle Nutrie“), trionfa la sottosegretaria Laura Castelli con ben 155 voti. Un plebiscito. Un velo pietoso sul resto della ciurma che vede ciulati altri portaborse candidati alle grillarie.
Se credete, pregate.
(10 ottobre 2018)
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