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Nella mattina del 4 luglio, nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino, personale della DIGOS della Questura di Torino in collaborazione con gli omologhi uffici di Roma, Firenze, Modena, Bari e Venezia, ha dato esecuzione a 7 misure cautelari di arresti domiciliari e ad altre 10 misure cautelari con l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Le misure hanno riguardato 17 militanti del locale centro sociale “Askatasuna”, della compagine antagonista fiorentina dell’“Autonomia Diffusa Ovunque”, del centro sociale modenese “Spazio Guernica”, del collettivo universitario “Sapienza Clandestina”, dell’“Ex Caserma Liberata” di Bari e dei “Centri Sociali – Nord Est” di Venezia.
I 17 soggetti sono ritenuti responsabili dei gravi episodi di intemperanza verificatisi in occasione del Vertice G7 di Venaria del settembre 2017, per i quali sono stati denunciati, a diverso titolo, per i reati di violenza aggravata a pubblico ufficiale ed esplosione di ordigni e materiale esplodenti.
Si trovano attualmente agli arresti domiciliari, secondo il comunicato stampa inviato dalla Questura di Torino, Giorgo Rossetti leader di Askatasuna insieme agli altri leader del gruppo Andrea Bonadonna, Mattia Marzuoli, Donato Laviola e Umberto Raviola. Stessa misura per Stella Gentile militante dello stesso gruppo e per Dario Tondini leader di “Autonomia Diffusa” di Firenze.
Dovranno osservare l’obbligo di presentazione Polizia Giudiziaria i militanti di Askatasuna P.M., M. N., R.S., il leader dei “Centri Sociali – Nord Est” di Venezia P.J.; V.N., di anni 21, leader dello “Spazio Guernica” di Modena insieme a B. D. e M.G.; -R. A., di anni 24, leader dell’“Autonomia Diffusa Ovunque” di Firenze; D. L. G., di anni 23, leader dell’“Ex Caserma Liberata” di Bari e L.V., tra i leader della “Sapienza Clandestina” di Roma.
L’annuncio dello svolgimento presso la Reggia di Venaria Reale del Vertice G7 sui temi dell’Industria, Scienza e Lavoro aveva suscitato l’immediata reazione della variegata galassia antagonista torinese e nazionale che, sotto la sigla “Assemblea RESETG7”, con sede logistica presso la Cavallerizza Reale Occupata, aveva sin da subito avviato una mobilitazione generale che ha poi dato luogo, soprattutto nelle ultime due giornate del G7, ad una escalation di azioni violente.
Le articolate indagini svolte dalla Digos di Torino, mediante l’analisi di numerosissimi video effettuati da personale della Polizia Scientifica e da operatori di diverse reti televisive, hanno consentito di individuare, in collaborazione con le Digos altre città, complessivamente 52 persone resesi responsabili di condotte criminose, anche gravi, tutte denunciate all’Autorità Giudiziaria.
Nell’intera giornata del 29 settembre 2017 si erano susseguite una serie di iniziative che avevano progressivamente innalzato il livello della contestazione. Nella mattinata, infatti, su iniziativa del movimento studentesco torinese, si era svolto un estemporaneo corteo di circa 500 persone, provenienti anche da altri contesti territoriali, nel corso del quale si registravano diversi tentativi di sfondamento dei contingenti delle forze dell’ordine con l’obiettivo di raggiungere l’Hotel di piazza Carlina, dove erano ospitati i leader e le delegazioni dei Paesi partecipanti al Vertice. Ancora nel pomeriggio, i collettivi studenteschi, sotto l’egida dei leader del centro sociale Askatasuna, davano vita ad un altro corteo tentando più volte di raggiungere l’albergo rovesciando altresì sul sedime stradale alcuni cassonetti della spazzatura, dandoli alle fiamme. La mobilitazione riprendeva poi nella serata: circa 200 manifestanti, muniti di bandiere del network di Autonomia Operaia (mutando così il volto della protesta), uscivano nuovamente dall’Università effettuando un ennesimo corteo nel centro cittadino dove, in via Po, nel rinnovato intento di avvicinarsi alla zona dove erano ospitati i leader e le delegazioni dei Paesi partecipanti al Vertice, si registravano i fatti più gravi della giornata. Succedeva infatti che, in maniera proditoria e col volto coperto, incominciava un lancio di bombe carta ed artifizi pirotecnici mediante lanciatori multipli contro i contingenti delle forze dell’ordine che, dopo alcuni minuti di assedio, riuscivano a disperdere i manifestanti.
L’attenta analisi dei filmati ha consentito altresì di notare che, durante le fasi di arretramento dei responsabili dei lanci, un uomo travisato tentava di rallentare l’avanzamento dei reparti, spruzzando verso le forze dell’ordine il gas di una bomboletta spray, con l’intento evidente di proteggere l’impunità dei compagni. Nella giornata conclusiva del vertice del G7, e precisamente il 30 settembre 2017, circa 2000 manifestanti partiti in corteo da largo Toscana giungevano in piazza Vittorio Veneto di Venaria Reale, a circa 200 metri dalla Reggia, ove era in corso il meeting internazionale. In quella circostanza, circa 200 antagonisti tentavano di forzare lo sbarramento delle Forze dell’Ordine, dietro lo striscione “contro i padroni del mondo riprendiamoci ciò che ci spetta”. A tal fine, utilizzavano diversi carrelli della spesa, con lanciando di bombe carta e razzi verso gli agenti di polizia che, in risposta, procedevano con un’azione di contenimento con il mezzo idrante e di alcuni lacrimogeni.
Grazie all’analisi dei filmati, è stato inoltre possibile individuare l’autore del lancio di una bottiglia di vetro che colpiva al volto una giornalista, provocandole la perdita di due denti (per il quale pende separato procedimento presso la Procura della Repubblica di Ivrea). Poco dopo, i circa 200 manifestanti violenti reiteravano due analoghi tentativi di sfondamento sul lato destro di piazza Vittorio Veneto con l’utilizzo di grossi petardi e fuochi d’artificio esplosi ad altezza uomo mediante lanciatori multipli. Anche in quella circostanza si rendeva necessario l’uso dell’idrante e di lacrimogeni.
In quell’occasione vennero arrestati, per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e lancio di artifici esplodenti l’antagonista pesarese Anthony Pecoriello ed il leader di Askatasuna Andrea Bonadonna per aver aggredito il personale operante nel tentativo di assicurare la fuga del compagno fermato.
Nel video in home page e qui a lato ulteriori dettagli.
(4 luglio 2019)
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