Non è una di quelle notizie che mettono di buon umore quella che nasce da un’indagine di Libera su 488 imprenditori secondo la quale uno su otto conosce almeno qualcuno che ha pagato il pizzo.
La ricerca di Libera, scrive Repubblica, è basata su cinquanta domande contenute in un questionario tradotto in cinque lingue, sottoposto a 488 commercianti (solo 218 hanno risposto), e fotografano, anche se forse solo in parte, la situazione di Torino con particolare riferimento alle zone di corso Giulio Cesare fino al mercato di Porta Palazzo, via Genova e piazza Vittorio.
E’ un primo risultato, allarmante, del dossier “Linea Libera, Estorsione, usura e corruzione. Conoscere per contrastarle” presentato con un intervento del prefetto Donato Cafagna che ha parlato di “Estorsione, corruzione, usura, mafia” come “faccia di uno stesso sistema che danneggia l’economia e la società” – anche se al governo sono impegnati con ridicoli reati universali e fondamentali repressioni di pericolosi gruppi di sedici migranti, e sembrano non accorgersi di nulla.
La ricerca è stata condotta da Libera, in collaborazione con il dipartimento di culture, politica e società dell’Università di Torino (con il contributo del fondo di beneficenza di Intesa San Paolo) e ha interrogato i commercianti di tre città — Torino, Napoli e Firenze — per comprende la percezione di questo tipo di reati, i timori che creano e la conoscenza degli strumenti a disposizione per chi denuncia. Alta la percentuale di chi, alla domanda “sei stato vittima di….?”, preferisce non rispondere.
(23 ottobre 2024)
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