di Gaiaitalia.com
Il furore antipassatista di Chiara Appendino, la Sindaca che miracola Torino con le delibere della precedente giunta Fassino e che con la sua scure si abbatte su tutte le manifestazioni culturali cittadine, non poteva non arrivare all’altezza del collo di Giovanni Minerba che da 31 anni dirige il TGLFF, il festival di cinema omosessuale universalmente riconosciuto come il più importante al mondo. Complici del defenestramento minerbiano l’assessore già presidente di Arcigay Marco Giusta e la solita assessora Leon.
Se Giovanni Minerba che parla del “mio festival che non sarà più il mio festival” non si fa onore, Marco Giusta che si dice “amareggiato” e spiega “sono più di sei mesi che ci incontriamo costantemente ed era chiaro un cambio di direzione. Un cambio, però, all’interno di un percorso che valorizzasse l’esperienza di Minerba. Si è parlato di un ruolo costruito proprio sulla sua figura, non solo onorario, ma anche pratico e retribuito (…) siamo stati noi, sei mesi fa, a bloccare una cordata di soggetti che aveva intenzione di escludere del tutto Minerba dal festival”, dichiarazione rilasciata al sito Gaypost.it, scade nel politichese più trito. Ed inutile. E patetico.
Sempre, nel mondo politico tutto – e stupisce che il Favoloso Mondo a 5 Stelle non faccia eccezione, loro che sono nati per essere l’eccezione (che conferma la regola) – quando si è parlato di valorizzare l’esperienza di qualcuno si è voluto dirgli di togliersi dai piedi, e l’allegra brigata Appendino non fa eccezione. Dall’insediamento in poi la combriccola della Torino a 5Stelle ha trionfato grazie ai numerosi lasciti della giunta Fassino e quando ha messo le mani in campo culturale, cioè dove voleva metterla, ha raso al suolo musei, manifestazioni ed ora anche il Festival di Cinema più caro alla comunità LGBT italiana. Ma l’importante è essere in prima fila al Gay Pride.
Ora, essendo Giusta ex presidente di Arcigay, non ci aspettiamo che si manifesti in piazza pro-Minerba, non sia mai che ci si possa inimicare un ex di Arcigay assurto alla gloria politica cittadina del pentastarismo, quindi staremo a vedere. Le nostre pagine sono aperte ad una e all’altra parte.
Poi c’è la storia di un bando da 50mila euro andati persi per la sostituzione del direttore del Museo del Cinema, e di quella parleremo in un altro momento.
(23 gennaio 2017)
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