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Il governo dimissionario, le pensioni e la fame nel mondo (il loro)….

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di Daniele Santi

La pagina di Alfredo Falletti della redazione di Futuro Meridiano sottolinea un avvenimento relativamente bizzarro che a vivere in un paese con la testa smorzerebbe di colpo tutti i toni aspri, metterebbe a tacere le polemiche e farebbe scendere in piazza un popolo.

Il 24 settembre 2022 scadono infatti i quattro anni, 6 mesi e 1 giorno di carica necessari alla classe politica attualmente in Parlamento, per avere diritto alla pensione. Sono 661 politicanti di poche capacità, e nessunissima utilità visto come è finita, che riceveranno una cospicua pensione “che le persone normali, quelle che si ammazzano a lavorare (e centinaia di loro, ogni anno, muoiono davvero di lavoro) ogni anno per quarant’anni neanche arrivano ad immaginare”. Sono gli yes men della politica italiana, detti anche schiacciabottoni che stanno lì a fare quello che gli dicono, perché nella moderna politica italiana pensare è un delitto e possono farlo solo i capi.

Alfredo Falletti non ci va giù leggero e parla di una “casta la cui autoreferenzialità va oltre ogni limite immaginabile calpestando anche i più elementari doveri di etica, buon gusto, rispetto per se stessi e per la gente, ha brigato, maneggiato, rimestato per arrivare a questa data” (…) e da “soggetti di tale spessore non ci si poteva aspettare neanche che, dopo aver trucidato l’etica, almeno salvassero l’estetica e si andasse ad elezione qualche settimana successiva a quel famigerato limite” e sottolinea come “invece di pensare ad un paese che va verso il baratro” abbiano orchestrato chirurgicamente una insensata crisi ad orologeria.

“Se tanta abilità ed ingegnosità” chiude l’articolo “l’avessero utilizzata per affrontare i problemi devastanti per la popolazione e specialmente per il Mezzogiorno, oggi probabilmente si potrebbe anche vedere un barlume di speranza in fondo al tunnel soprattutto per questo Sud alla luce degli ultimi atti finalizzati alla sua devastazione legalizzata con l’Autonomia Differenziata e la definitiva istituzionalizzazione del razzismo territoriale”.

 

(22 luglio 2022)

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