di Mirko Saporita
Gaiaitalia.com Notizie era presente oggi alla conferenza online di Medici Senza Frontiere in collegamento online dalla sede in Libano; abbiamo prestato attenzione alle esperienze condivise da Enrico Vallaperta responsabile medico di MSF a Gaza, Helen Ottens Patterson coordinatrice dell’emergenza al Cairo e Modera Enass Abu Khalaf responsabile della comunicazione MSF ad Amman.
Quest’ultima ha ricordato velocemente alcune tragiche cifre dei tre mesi di conflitto lungo la Striscia di Gaza: le morti civili palestinesi si attestano sopra le 22.000 unità, i feriti superano i 55.000 e i dispersi fra le macerie si stima siano circa 8.000.
La coordinatrice Patterson ha ricordato come sebbene MSF operi da oltre vent’anni nei territori ora teatro di nuove violenze, non era mai stata registrata una crisi simile. Nell’elenco degli aiuti forniti compaiono non solo quelli di primo soccorso medico ma anche, e soprattutto, cibo, vestiti, fisioterapia e supporto psicologico. Il dottor Vallaperta hanno condiviso la propria preoccupazione verso i più fragili, tenendo in considerazione i bombardamenti; difatti questi, uniti alla rigida escursione termica fanno sì che innumerevoli civili siano obbligati a passare le noti a temperature che si aggirano ai -8°. “Fra i più fortunati” vi sono coloro che stanno adoperando teli di plastica per cercare di far fronte al gelo.
Attualmente le risorse e le competenze di MSF vengono messe a disposizione da equipe di venti specialisti che si alternano più volte durante il passare delle settimane, nel tentativo di offrire il massimo supporto senza sfiancare il personale medico, già terribilmente provato dalla situazione di guerra. Sono ad oggi confermate quattro vittime fra i medici di MSF e diversi feriti fra i loro familiari. Il sostegno fornito finora è descritto come nulla più che una goccia nell’oceano, hanno concertato i tre oratori della conferenza, e per questa ragione sono incessanti gli appelli corali delle organizzazioni umanitarie in loco all’immediato cessate il fuoco.
Il dottor Vallaperta, giunto dopo il primo mese di attacchi a Gaza ha offerto anche la sua personale esperienza rispetto la precedentemente vissuta nei primi mesi del conflitto che ha interessato l’Ucraina a partire dalla fine del febbraio 2022: a detta del medico, la prima grande distinzione da operare fra le due guerre riguarda i corridoi umanitari e i punti di ingresso per specialisti e giornalisti nelle zone di conflitto. Il caso ucraino ha presentato nel tempo una crescente massa di profughi e una generale risposta positiva nell’accoglienza da parte dei paesi confinanti, mentre i palestinesi non hanno potuto beneficiare di vie di fuga sicure. A causa della pressione che Israele ha saputo generare nei confronti degli stati adiacenti e al rafforzamento dell’embargo sui generi di sostegno alimentare e sulle forniture mediche, sebbene a livello progettuale le organizzazioni attive in Palestina stiano facendo sforzi incredibili, l’import di questi beni continua a subire tempistiche disagevoli. Questo è quanto è stato riportato dalla moderatrice Abu Khalaf, la quale ha ricordato il fondamentale supporto di Egypt Red Crescent (Il comitato nazionale egiziano della Mezzaluna Rossa).
Nonostante la conferenza sia servita a sintetizzare la disastrosa situazione sanitaria a Gaza, caratterizzata da bombardamenti sistemici alle strutture ospedaliere e ai civili in modalità mai registrate finora, è stato in questa sede precisato che l’organo più adatto a condannare e riconoscere le violenze e i crimini su scala umanitaria da parte del governo del primo ministro israeliano Netanyahu sia soltanto la Corte Penale Internazionale. A tale riguardo, MSF conferma di non aver al momento alcuna testimonianza documentata di civili colpiti da armi biologiche né da fosforo bianco, nemmeno quando operante nella zona nord di Gaza, ora interdetta.
(19 gennaio 2024)
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