di Redazione Torino
Il drone che volava dall’alto della villa di John Elkann in collina a Torino non è sfuggito alla sicurezza e l’intrusione è stata subito stoppata. Era stata un’idea meravigliosa, scrive Repubblica, della troupe di Porta a Porta l’imprescindibile appuntamento con le cronache di Palazzo di Bruno Vespa posizionatasi dall’alto nei pressi di Villa Elkann sulle colline torinesi.
Il quotidiano di Maurizio Molinari scrive che “l’obiettivo dello storico talk-politico della Rai era quello di girare un servizio, utilizzando l’arma delle videocamere pilotate da remoto per osservare dall’alto quanto stesse succedendo nell’abitazione privata dell’ad di Exor, nonché editore del Gruppo Gedi, che edita La Repubblica” e si fa qualche domanda sul “talk della tv di stato che vuole guardare in casa di un editore“.
Così si annunciano le querele. Gli avvocati Paolo Siniscalchi, Federico Cecconi e Carlo Re, parlano di “un’ingiustificabile intrusione nella vita privata, per di più realizzata dalla tv di stato” e si muoveranno a tutela “della privacy di Elkann e della sua famiglia che include anche tre minori”, e diffida Porta a Porta dall’utilizzo dei filmati.
Dal programma di Bruno Vespa, continua Repubblica, hanno fatto sapere che il film-maker della trasmissione “ha smesso di fare riprese dopo l’invito della sicurezza” e aggiungono “Le immagini non sono andate e non andranno in onda”, ma ci tiene a ricordare che che per il garante della privacy è possibile “l’uso di riprese da droni a fini giornalistici anche senza il consenso degli interessati” forse sfugge, data la fretta, la questione sottolineata dai legali di Elkann: “Le riprese di luoghi di privata dimora, dove peraltro abitano minorenni, è vietata in assoluto”; si stigmatizza il “clima di aggressione mediatica che esorbita dai confini del diritto di cronaca e di critica”.
(17 marzo 2024)
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