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Il Comune di Torino consegna medaglie a chi ha sacrificato la propria libertà, lottando per quella di tutti

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di Mirko Saporita

La Sala del Consiglio Comunale di Torino ha accolto ieri 26 gennaio, in occasione della celebrazione istituzionale del Giorno della Memoria, il conferimento delle medaglie d’onore a venti cittadini italiani che furono internati nei lager nazisti e impiegati coercitivamente nei lavori dell’economia di guerra.

La cerimonia di consegna è stata inizialmente aperta dal coro di voci bianche del Teatro Regio alle quali hanno fatto seguito una serie di interventi da parte delle cariche istituzionali, religiose ed appartenenti all’ambiente letterario cittadino. La Presidente del Consiglio Comunale Maria Grazia Grippo, la prima di queste voci, ha voluto ricordare l’impegno delle associazioni, delle fondazioni, dei teatri e dei musei locali nel realizzare la programmazione delle attività di commemorazione delle vittime della Seconda Guerra Mondiale per l’edizione di quest’anno.

L’Assessore alla Sicurezza della Regione Piemonte Fabrizio Ricca ha ricordato l’importanza della cultura dell’amicizia in contrasto alle ideologie violente e al nazi-fascismo, del quale è d’obbligo ricordare le colpe. Il Prefetto Donato Giovanni Cafagna ha inoltre riportato alla memoria dei presenti l’imperativo morale di fare in modo che le ragioni che hanno facilitato la strada all’autoritarismo e provocato la tragedia della Shoà, non trovino oggi nuovo vigore né ragione d’esistere. Ha concluso poi dichiarando che la sofferenza provata dal popolo ebraico è patrimonio dell’umanità, che pertanto va conservato con cura e protetto dai tentativi di revisionismo storico.

Di simile avviso è stato anche il Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Daniele Valle, il quale ha ribadito come possa essere più facile continuare a concentrare gli sforzi necessari al mantenere viva la memoria degli orrori della guerra in poche giornate, quando invece è richiesto alla comunità civile adoperarsi ogni giorno all’attenzione verso le criticità delle condizioni sociali, economiche e storiche. Ricordare per evitare. La Cerimonia è continuata con l’intervento della Vicepresidente della Comunità ebraica di Torino Anna Segre che ha trovato lodevole l’applicazione sul suolo torinese delle pietre di inciampo, così come le attività ad esse inerenti. La Vicepresidente ha terminato esortando a non considerare la lotta all’antisemitismo e la causa palestinese, come concetti separati e incompatibili: «La crescita civile passa dal ricordo di quanto accaduto agli ebrei».

Il Rabbino Capo di Torino Ariel Finzi ha commentato con imbarazzo i tentativi di paragonare la Shoà ad alcune tematiche di più recente interesse pubblico, quali ad esempio la crisi climatica e l’omofobia. Finzi ha elencato i due fattori chiave che rendono improbabile simili accostamenti: il primo è rappresentato dalla Conferenza di Wannsee, tenutasi il 20 gennaio 1942, durante la quale venne discusso il piano sistematico di sterminio ebraico; il secondo fattore è invece quello costituito dalla follia collettiva che ha interessato sia il popolo tedesco che quello italiano. Il Rabbino Capo avrebbe inoltre espresso disappunto non solo verso l’accusa di genocidio rivolta ad Israele dallo stato del Sud Africa, per la quale il governo israeliano ha richiesto invano  nei giorni scorsi l’archiviazione alla Corte internazionale di Giustizia, ma anche alle mancanze della Croce Rossa verso i prigionieri civili israeliani ostaggio di Hamas, alla scarsa solidarietà ricevuta da parte dei gruppi femministi internazionali così come la netta presa di posizione dei blocchi studenteschi locali in chiave anti-israeliana.

Ricordiamo, a testimonianza del clima da tifoseria che purtroppo ormai si crea ad ogni occasioni, che durante una delle manifestazioni svoltesi in Piazza Castello a Torino è stato dato fuoco alla bandiera dello Stato d’Israele.

Prima del discorso conclusivo del Sindaco Lo Russo, La Direttrice della Fondazione Circolo dei Lettori Elena Loewenthal ha incitato a non considerare l’oblio degli orrori della Shoà come una semplice dimenticanza, quanto come una strategia metodica che sfugge alla logica della storia. Ciò che è avvenuto verso la comunità ebraica è stato un piano di indescrivibile crudeltà. «La Shoà poteva e doveva non succedere: è stato un errore nel corso della storia dell’umanità».

Il Sindaco di Torino ha anticipato l’atto finale di consegna delle medaglie d’onore, concesse per Decreto da parte del Presidente della Repubblica Mattarella, affermando che il valore delle storie di vita spezzate e il dolore provato da chi, tuttavia, è sfuggito agli orrori del nazi-fascismo, non deve essere perso né sprecato. La libertà e la democrazia sono diametralmente opposte all’antisemitismo e al revisionismo storico.

 

 

(26 gennaio 2024)

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