di Giovanna Di Rosa
Siccome in qualche modo Chiara Appendino deve uscire dal buco nero scavatole dalla tragedia del 3 giugno in piazza San Carlo e i 1527 feriti, tra i quali qualcuno ancora grave, sono un fardello difficile da sopportare, eccola di nuovo alle prese con la narrazione delle colpe di Piero Fassino e del famoso “buco” che non c’è.
C’è una tale insopportabile miscela di disinteresse, arroganza, incultura istituzionale, presunzione da bocconiana figlia di papà e prosopopea adolescenziale nella narrazione inconcludente della Sindaca di Torino che anche parlarne comincia a diventare stucchevole, ma come esimersi dal commentare le vicende della prima cittadina di una delle città più importanti d’Italia che di fronte ad una tragedia come quella del 3 giugno tutto ciò che è riuscita a dire è stato “Qualcosa è andato storto” e dopo pochi giorni ha “trombato” la sua assessora all’Ambiente per mettere a tacere i suoi che reclamavano una poltrona? Come si può stare zitti di fronte alle scelte di una Sindaca inconcludente che subito dopo una tragedia della portata di quella del 3 giugno, provocata da una serie di superficialità senza fine, anche da parte di Appendino che ha ignorato le misure consigliate dal Capo della Polizia, tutto ciò che è riuscita a fare è stato prendersela con gli abusivi – che non sono stati del tutto privi di responsabilità nella sua elezione a Sindaca? Come tacere di fronte ad un’amministrazione che, nonostante la tragedia del 3 giugno sia ancora lì che aspetta risposte, non ha più detto una parola e ciò che ha fatto è stato continuare a perpetuare la narrazione del “buco nei conti” lasciato da Piero Fassino, buco che non esiste? Non si può stare zitti. Tanto che anche Piero Fassino ha deciso di rispondere. E lo ha fatto con un breve video.
Ennesima bugia di @c_appendino smascherata. #appendinopinocchio pic.twitter.com/8dCfrBX7Lq
— Stefano Esposito (@stefanoesposito) 13 giugno 2017
Non è la prima volta che Appendino-Pinocchio si inventa responsabilità che non ci sono. Così come non è la prima volta che lo fa la sua giunta – quasi infantile la gioia dell’Ass.Giusta per un premio alla Città di Torino del quale si assumeva i meriti anche se la decisione di partecipare a quel concorso l’aveva presa la giunta di Fassino – e nemmeno in un post elezioni che ha visto il M5S scomparire a livello locale pur rimanendo una forza radicata a livello nazionale, Appendino viene meno alla sua tendenza, che è tipica degli elettori che il M5S rappresenta, di scaricare le responsabilità sugli altri.
La questione del governo a 5Stelle a Torino dopo il 3 giugno si ripropone in tutta la sua drammaticità – ed incapacità di amministrare. Dalla distruzione di simboli culturali della Città (come ad esempio il Festival da Sodoma a Hollywood trasformato in un festivalino parrocchiale con una programmazione imbarazzante), al Jazz Festival rimpiazzato da una tre giorni che non compete nemmeno con se stessa, ai 1527 feriti del 3 giugno che ancora aspettano una Appendino che dica qualcosa di sensato e si assuma tutte le responsabilità del caso. Temiamo che dovranno aspettare ancora per molto. Del resto cosa dire di una sindaca come Appendino era stata definita la super-sindaca perché si era tenuta per sé quattro deleghe, tra le quali quella sulla sicurezza, se non che in ogni novizio c’è tanta arroganza?
Non è proprio stato l’anno di governo che Appendino aveva promesso e che i torinesi avevano immaginato votando l’ennesima Sindaca inconcludente del M5S che rappresentava (dioveva rappresentare?) “il cambiamento”.
(14 giugno 2017)
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