di Ivan Remonato
Secondo l’art. 1 del Decreto Legge inerente, il Piano Mattei rappresenta un documento programmatico-strategico volto a promuovere lo sviluppo italiano nel continente africano, mediante l’individuazione degli ambiti di intervento e priorità, con focus, tra le altre, sulla promozione delle esportazioni e degli investimenti, sul potenziamento delle infrastrutture digitali, nonché la valorizzazione e lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’economia circolare.
Vediamo i vari motivi per cui sarà un fallimento e come avrebbero dovuto impostarlo per ottenere risultati accettabili :
- I fondi stanziati non sono assolutamente sufficienti per pensare di avere un impatto sul continente africano, l’Italia non è assolutamente in grado di affrontare da sola un intero continente, solo l’Europa potrebbe affrontare una simile sfida con l’ambizione di essere determinante, ed è lì che dovevano andare a proporre un Piano Mattei di livello europeo.
- Non c’è sviluppo sostenibile senza democrazia, il governo Meloni continua a incontrare e legittimare diversi dittatori che tutto fanno tranne che porre in essere lo sviluppo delle proprie nazioni, si stanziano questi fondi pensando di frenare i flussi migratori, collaborando in gran parte con dei dittatori che, con le loro pessime scelte politico-economiche, sono la causa principale della fuga dei loro popoli dalle loro nazioni.
- L’approccio è di stampo assistenziale, al contrario Enrico Mattei, introducendo il principio secondo cui i paesi proprietari delle risorse naturali avrebbero dovuto ricevere il 75% dei profitti, aveva un approccio volto alla creazione di ricchezza nelle nazioni africane che, se applicato su larga scala, avrebbe portato a un progresso molto più diffuso e stabile di quello attuale.
- L’impostazione è da nazione che vorrebbe porsi come potenza neocoloniale, l’incontro andava organizzato presso la sede dell’Unione Africana, che attraverso Moussa Faki si è così espressa “ Non siamo stati consultati. Non siamo mendicanti e per i migranti non servono barriere securitarie “ , e non a Roma cercando di rivendicare un prestigio internazionale di fatto inesistente.
Col triste ruolo del facile profeta lo affermo sereno, tra quattro anni, tale è la durata del Piano Mattei, avremo buttato diversi miliardi di euro con risultati nulli o molto scadenti.
(19 febbraio 2024)
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