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di Matteo Marra

Al Parlamento europeo sta prendendo forma una nuova formazione politica: “Patrioti per l’Europa”, che, per ora, raccoglie 84 dei 720 deputati del Parlamento europeo. Il nuovo gruppo europeo è stato ispirato da Viktor Orbán, il controverso primo ministro ungherese, che è, attualmente, dal 1° luglio 2024, il presidente del Consiglio dell’Unione europea, ma molti stanno già pensando ad accorciarne il mandato viste le sue visite a Mosca e Pechino, ritenute “inopportune” dall’Unione.

Tra i tanti, anche il partito spagnolo di estrema destra, “Vox”, ha aderito alla nuova formazione orbaniana, abbandonando EcR, il gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei, guidato da Giorgia Meloni. Secondo molti, tramite questa operazione, Vox avrebbe abbandonato la nostra Presidente del Consiglio, colpevole di essersi spostata su posizioni più moderate e sempre meno euroscettiche, arrivando persino a collaborare con la “cattivissima” Ursula von der Leyen, che, per gli estremisti alla Orbán, incarna tutto ciò che c’è di male in Europa, una specie di demonio.

L’8 luglio è stato il turno della Lega per Salvini Premier e il Rassemblement National. Jordan Bardella, dopo aver perso le elezioni legislative in Francia, è eletto presidente del gruppo. Tra i vicepresidenti compare anche Roberto Vannacci. La nomina del generale italiano non è piaciuta, però, ai francesi, che per mezzo del deputato Jean-Philippe Tanguy, hanno consigliato a Salvini di scegliere un altro vicepresidente, che non sia “impresentabile”.

Per quanto riguarda, invece, la Commissione europea, Giorgia Meloni, ed il gruppo dei Conservatori e Riformisti, non sosterrà un secondo mandato di Ursula von der Leyen. Il voto di fiducia al Parlamento europeo sarà giovedì 18 alle 13, durante il quale le delegazioni che compongono il gruppo conservatore avranno “libertà di voto”, potranno scegliere se votare la fiducia o meno. Per scaricare Meloni, si è fatto ricorso alla solita scusa “non ci sono le condizioni”, che tradotto in italiano vuol dire “non vogliamo e sarebbe poco cortese dire il perché”. Il perché è, però, sempre chiaro: Von der Leyen non può essere appoggiata da Giorgia Meloni perché, altrimenti, perderebbe l’appoggio dei Verdi, dei Socialisti ed anche dei Liberali, cioè i tre grandi perdenti delle elezioni europee.

Tuttavia, Meloni potrebbe votare comunque la fiducia a von der Leyen, la quale ha disperato bisogno dell’appoggio di Fratelli d’Italia per avere le spalle coperte dai franchi tiratori. Ma la Presidente deve fare i conti con Salvini, che va all’attacco e minaccia Giorgia: “Per noi von der Leyen è insostenibile. Capisco che Giorgia ragioni da capo di governo, ma se alla fine la vota, vedrete, potrebbe essere la sua fine”. Insomma, il solito Salvini che minaccia di far cadere il governo. Ora, i precedenti, vedasi la fine del Conte I, suggeriscono che Salvini potrebbe serenamente far cadere il governo e costringere il Presidente della Repubblica a sciogliere le Camere, a meno che non si voglia un nuovo governo tecnico, di cui Meloni sarebbe sicuramente opposizione. Al di là delle speculazioni, seriamente parlando, le minacce di Salvini suonano ridicole. È davvero divertente vedere il leader di un partito minore, che perde costantemente consenso, sia interno sia esterno al proprio partito, che cerca di dettare la politica europea al Presidente del Consiglio, che è l’unica ad aver davvero vinto le elezioni europee.

Nonostante tutto, Meloni si consola: “Per il futuro dico che non credo che durerà questo tentativo di mettere la polvere sotto il tappeto perché la maggioranza è molto fragile ed io penso che quando i provvedimenti arriveranno in Parlamento europeo, la maggioranza inevitabilmente si sposterà verso destra e, a quel punto, riusciremo a dare qualche soddisfazione ai cittadini per le indicazioni che ci hanno dato con le elezioni”. Bisogna, infatti, ricordare che le destre hanno la maggioranza assoluta al Parlamento europeo.

 

 

(11 luglio 2024)

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