Erano da poco passate le 19 di ieri sera, quando al 112 Nue perveniva una segnalazione relativa a un uomo che si trovava sul tetto di un condominio di 4 piani che minacciava di gettarsi di sotto. Sul posto arrivavano due poliziotti delle Nibbio, le pattuglie motomontate dell’UPGeSP, ed altre due pattuglie della Squadra Volante, senza utilizzare sistemi di allarme visivi o sonori.
Mentre uno rimaneva in strada a coordinare l’arrivo dei mezzi di soccorso, gli altri 5 si facevano aprire la porta dello stabile per salire al quarto piano dove li attendeva un parente, che consegnando le chiavi, permetteva loro di raggiungere la mansarda da cui l’uomo aveva fatto accesso ai tetti; attraverso due lucernai, gli agenti scorgono l’uomo seduto sul bordo del cornicione dello stabile mentre si sporge pericolosamente, col busto, di sotto.
I poliziotti, ormai sui tetti, cercano di richiamarne l’attenzione, ma non sortiscono l’effetto sperato, anzi il soggetto chiede che si allontanino, diversamente la farà finita. Così, rientrano nella mansarda e dai lucernai cercano di trovare il modo migliore per interagire con lui.
L’uomo, come spiegherà più tardi, in evidente stato di difficoltà fisica e psicologica, denutrito e disidratato, aveva appena ricevuto la diagnosi di una patologia neurologica degenerativa, che fra le altre cose non gli permette di alimentarsi normalmente. E così, in un momento di sconforto, nella speranza di trovare sollievo alle proprie sofferenze, si ritrovava su quel cornicione.
Il poliziotto, intuendo dalla condivisione appena ricevuta che l’uomo iniziava a fidarsi di lui, lo teneva impegnato nella conversazione e notando che aveva la bocca secca, gli proponeva di bere dell’acqua, offrendosi di portargli una bottiglietta: in questo modo riusciva ad avvicinarsi e, rimanendo a cavalcioni per evitare di perdere l‘equilibrio e cadere di sotto, si poneva davanti all’uomo col proprio corpo, di fatto proteggendolo nel caso si sporga nuovamente in avanti.
Il salvataggio avveniva senza ulteriori problemi e personale del 118 accompagnava successivamente la persona tratta in salvo in ospedale per sincerarsi delle sue condizioni di salute e per medicargli alcune escoriazioni che si era procurato dopo essersi lanciato sulle tegole uscendo dal lucernaio.
(10 agosto 2024)
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